Nominato il nuovo consiglio di amministrazione della Fondazione Orchestra sinfonica siciliana, con un decreto del presidente della Regione Siciliana, Renato Schifani. L’organo di vertice della prestigiosa istituzione culturale è presieduto da Gaetano Cuccio e resterà in carica per tre anni.
“Dopo due anni di commissariamento, il governo della Regione – afferma il presidente Schifani – ha nominato l’organo di amministrazione della Fondazione e il suo presidente, avendo definito, nel rispetto della tempistica prevista, tutte le procedure necessarie. Avevo già assicurato che il mio governo riserva grande attenzione ai problemi della Fondazione e questo atto lo conferma”.
“Si tratta di una significativa svolta che potrà contribuire a indirizzare la Fondazione verso una regolare e più ordinaria prosecuzione delle attività» aggiunge l’assessore regionale al Turismo, allo sport e allo spettacolo, Elvira Amata”.
Il nuovo consiglio d’amministrazione
Il nuovo cda della Foss assume la seguente composizione: Gaetano Cuccio, presidente, designato dall’assessore regionale allo Spettacolo, insieme al componente Dario Romano; Alessandra Ginestra, quale componente, indicata dal presidente della Regione; Giovanni Catalano, componente, designato dal sindaco di Palermo; Sonia Giacalone, eletta in rappresentanza dei lavoratori della Foss.
Le polemiche e le proteste dei sindacati
Ad inizio gennaio i sindacati Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom Uil e Fials Cisal avevano indetto manifestazione, davanti al Teatro Politeama di Palermo per esprimere il loro dissenso nei confronti della gestione della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana.I lavoratori Foss chiedevano le dimissioni immediate del commissario, del sovrintendente, e del direttore artistico, sollecitando a chi di competenza il ripristino degli organi statutari.
“Siamo stati ancora una volta costretti a prendere atto che non esistono più margini di trattativa con la governance della Fondazione – spiegavano i sindacati – il commissario straordinario, il sovrintendente e il direttore artistico, non solo non hanno saputo gestire i processi fondamentali per lo sviluppo della Fondazione ma da tempo hanno perso ogni contatto con la vita reale dell’orchestra. In due anni di commissariamento nessuna energia è stata spesa per creare le condizioni per dotare tutta la Fondazione di una pianta organica stabile e completa, che aprisse le porte alla stabilizzazione dei tanti precari storici e desse un giusto riconoscimento a chi da anni svolge mansioni non adeguate ai loro livelli”.
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