“Per riaprire e ripartire bisogna tenere conto delle specifiche esigenze di ogni territorio, in base al dato epidemiologico. Anche perché gli interessi economici delle regioni del Nord non sempre coincidono con quelli del Sud”.

Lo ha affermato il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci, a margine della riunione, in video collegamento, con la Conferenza delle Regioni, per confrontarsi sul contenuto del nuovo decreto del presidente del Consiglio dei ministri relativo alla cosiddetta “Fase2”.

Poco prima Musumeci aveva incontrato, sempre in collegamento, i colleghi governatori di centrodestra e al termine dell’incontro hanno elaborato un documento inviato a Mattarella e Conte.

“A Roma chiediamo il dialogo – continua Musumeci – non la diffida. Auspico che la presa di posizione della maggioranza dei governatori, ma credo condivisibile anche dai colleghi del centrosinistra, possa suggerire a Conte l’opportunità di una riflessione. Il decreto del premier non convince nessuno. Non c’è una sola categoria del mondo produttivo che abbia espresso pieno apprezzamento”.

“Capisco la preoccupazione, il timore di un calo di tensione – conclude il presidente della Regione – ma nessuno vuole vanificare lo sforzo finora compiuto, soprattutto da noi in Sicilia. Bisogna però ridare respiro alle imprese, nel rispetto della sicurezza. Su un solo tema restiamo fermi nell’Isola: accessi limitati ancora per qualche settimana”.

Una apertura arriva dal Ministro della salute Speranza “Con le Regioni c’è un lavoro molto proficuo in corso, io penso che dobbiamo essere uniti e lavorare tutti insieme per dare risposta ad un’emergenza senza precedenti” ha detto al Tg1 il ministro della Salute. “Stiamo lavorando proprio in queste ore ad un protocollo capace di monitorare con molta maggiore accuratezza che cosa avviene in ogni singolo territorio. Questa – ha sottolineato – sarà un’arma fondamentale per gestire la fase 2″.

Ma al contrario dal Ministro Boccia arrivano diffide e la situazione comincia ad apparire di difficile soluzione col rischio che i rapporti fra governo e regioni peggiorino e soprattutto che peggiorino i rapporti con i cittadini

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