Tutto esaurito sul treno Milano Napoli del 4 maggio, Trenitalia raddoppia le corse. Posti esauriti anche su bus e aerei. la fase 2 che non ha riaperto quasi nulla mette, però, nero su bianco la possibilità di rientrare a casa anche se la residenza si trova in un’altra regione e perfino se vieni dall’estero. Questo ha fatto scattare la corsa alla prenotazione e già il raddoppio delle frecce, ovvero i treni veloci da Milano a Napoli.

Come accaduto in occasione delle altre tre ondate di rientri al Sud c’è da aspettarsi che il traffico di rientro non si fermerà certamente a Napoli ma continuerà verso calabria e Sicilia. e dunque si diffonde la paura della quarta ondata di rientri e con essa di un nuovo picco di contagi nel Meridione che è stato fino ad ora il meno raggiunto.

“Tentano in tutti i modi di scaricare l’epidemia sul Sud per sgravare il Nord e per giustificare misure uguali su tutto il territorio nazionale” è l’ipotesi dei detrattori della politica nazionale.

I negazionisti delle tra ondate di rientro precedenti in realtà ci sono già ma è un fatto inequivocabile che alla piattaforma web della regione siciliana si siano iscritti 30mila siciliani di rientro. e parliamo solo di quelli responsabili e rispettosi

Il problema esiste anche perchè i presidenti delle regioni si preparano a chiedere modifiche al decreto per le aree a più basso contagio ma da Roma non se ne vuole sapere di dividere l’Italia in contagiati e non, a tutto vantaggio delle aree produttive del Paese che pur avendo maggiore contagio non voglio lasciare spazio di ripresa al sud che potrebbe restringere la forbice fra mezzogiorno e Nord Italia in questa occasione

Conte non intende modificare nulla del decreto fase 2 dal 4 maggio per almeno due settimane. L’idea è quella di una sperimentazione delle misure di riapertura della fase 2 ‘per un arco di tempo di almeno 14 giorni, accompagnata al monitoraggio dell’impatto del rilascio del lockdown sulla trasmissibilità del covid19. Questo in base alla  raccomandazione contenuta nella relazione tecnica dell’Istituto superiore di sanità. Nel documento si sottolinea che “è evidente che lo spazio di manovra sulle riaperture non è molto” e si suggerisce di adottare “un approccio a passi progressivi!”,

Le stime che emergono dal modello, si precisa nel documento, “richiedono comunque un approccio di massima cautela per verificare suo campo il reale impatto”. In particolare, si legge, “gli scenari compatibili con il mantenere
R0 (l’indice di contagio ndr) sotto la soglia 1 sono quelli che considerano la riapertura dei settori Ateco legati a edilizia, manifattura e commercio, e assumendo una efficacia della protezione delle prime vie respiratoria nel ridurre la trasmissione del Covid19 del 25%”.

Tra i suggerimenti della relazione tecnica, anche quello di “considerare magari una riapertura parziale delle attività lavorative, ad esempio al 50%”.

Ma una apertura in più potrebbe arrivare dopo la protesta dei vescovi seppur stoppata da Papa Francesco,. Mettersi contro la Chiesa in Italia non è mai una buona idea per nessuno.  Così l’11 maggio potrebbero ripartire le
messe ma all’aperto.

E’ questa una delle ipotesi sul tavolo del governo. Non c’è alcuna certezza ancora e le valutazioni sono in corso ma, a quanto viene riferito, l’idea sarebbe far ripartire le cerimonie intorno a metà maggio e l’ipotesi più concreta ad
ora sarebbe quella di permettere dall’11 di svolgerle in luoghi aperti.

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