Basta con le chiusure, bisogna ripartire. E’ un coro unanime delle categoria produttive (con l’eccezione dei sindacati) quello che si rivolge in queste ore ai governo a tutti i livelli. Un coro raccolto dalla Regione siciliana con il Presidente Musumeci che scrive al Premier Conte per chiedere modifiche al decreto sulla Fase 2 che partirà dal prossimo lunedì e si prepara a chiedere la riapertura della Sicilia a prescindere dal resto del Paese se il contagio a maggio scenderà a zero.

Di fatto, però, Musumeci torna a riportare la questione ai dati sanitari, all’andamento del contagio di cui si parla sempre meno.

Questo, dunque, il quadro riepilogativo della situazione nell’Isola, aggiornato alle ore 17 di oggi (martedì 28 aprile), in merito all’emergenza Coronavirus, così come comunicato dalla Regione Siciliana all’Unità di crisi nazionale. Un quadro che mostra una situazione stabile.

Dall’inizio dei controlli, i tamponi effettuati sono stati 73.008 (+2.358 rispetto a ieri), su 68.729 persone: di queste sono risultate positive 3.120 (+35), mentre attualmente sono ancora contagiate 2.143 (+20), 745 sono guarite (+14) e 232 decedute (+1).

Degli attuali 2.143 positivi, 462 pazienti (-13) sono ricoverati – di cui 34 in terapia intensiva (-1) – mentre 1.681 (+33) sono in isolamento domiciliare.

Questa la divisione degli attuali positivi nelle varie province: Agrigento, 69 (0 ricoverati, 65 guariti e 1 deceduto); Caltanissetta, 125 (14, 22, 11); Catania, 670 (106, 220, 81); Enna, 295 (122, 81, 28); Messina, 373 (90, 112, 48); Palermo, 352 (69, 90, 28); Ragusa, 54 (6, 29, 6); Siracusa, 111 (49, 86, 24); Trapani, 94 (6, 40, 5)

Ma se il contagio diminuisce in Sicilia più che altrove c’è sempre al paura che la fine delle misure di contenimento possano segnare, invece, una ripartenza dello stesso contagio e su questo si basano tutte le paure degli italiani che trovano espressione nelle azioni del governo fortemente influenzato dall’umore social più ancora che dagli allarmi degli epidemiologi.

Intanto esplode un tema che era rimasto sotto silenzio ovvero la legittimità costituzionale dei provvedimenti fin qui adottati dal governo. Una legittimità che adesso i giuristi trovano il coraggio di mettere in dubbio anche perchè comincia a crescere anche nel Paese la fronda di chi, risparmiato dal virus, rischia di morire di fame o dei tanti depressi che vanno a grandi passi verso il suicidio mentre i psicologi lanciano ml’allarme sulle conseguenze gravi che avranno i bambini da tutta questa situazione.