Mondo politico e delle associazioni di categoria in rivolta contro le disposizioni dell’ultimo DCPM del Governo sulla cosìdetta ‘fase due’ che ha deluso le aspettative sulla ripartenza del Paese. In particolare in Sicilia il coro è unanime, con una diffusione del contagio più contenuta associazioni di commercianti ed imprese da una parte e mondo politico dall’altra chiedono a gran voce da parte del Governo regionale un’azione per il varo di deroghe a quanto prevede l’ultimo decreto del Governo nazionale.

“Non solo codici Ateco ma è necessaria una progettualità strategica e delle valutazioni di sviluppo indispensabili per fare ripartire le nostre imprese. Riaprendo i battenti i costi saranno altissimi, soprattutto considerando le spese necessarie per la messa in sicurezza, dai dispositivi di protezione individuale alle sanificazioni. E il numero dei clienti, magari, non sarà quello di una volta. O quantomeno non tutti e subito”. È questo l’allarme lanciato da Confartigianato Sicilia, all’indomani dell’ultimo decreto del Governo, per il contenimento del Covid-19.

“Oltre che le date per le riaperture, importantissime, dovranno essere garantiti il rilancio e la continuità aziendale possibilmente con un coordinamento tecnico tra imprese, parti intermedie e istituzioni – dice Giuseppe Pezzati, presidente regionale di Confartigianato –. Anche il sistema della sicurezza porta ad un aumento dei costi non indifferente. E sarebbe forse auspicabile pensare anche di agevolare tutte quelle imprese che magari sono già in grado di osservare le indicazioni delle autorità sanitarie su distanziamento, dispositivi di protezione individuale, pulizia e sanificazione. Il futuro è cambiato, dobbiamo imparare a convivere con l’idea che il distanziamento sociale è diventato il principio guida nelle relazioni e a tutti i livelli. Ci preoccupa molto il rilancio e vorremmo che la politica si concentrasse maggiormente su questo aspetto. E parlare di rilancio è indispensabile e non certo rinviabile alla luce delle perdite enormi che si stanno già registrando in alcuni importanti settori. Dal Benessere alle Costruzioni, senza dimenticare il Turismo, vivendo in un Paese a vocazione turistica”.

“Il decreto del Governo nazionale che prevede la riapertura per le attività dell’area benessere solo ad inizio giugno, delude le attese di tanti piccoli e medi imprenditori già ridotti alla canna del gas e rappresenta una sconfitta per la Sicilia e il governo regionale”. A dirlo sono il direttore regionale di Confesercenti Sicilia Michele Sorbera e il presidente dell’area Immagine e Benessere dell’associazione Nunzio Reina.

“Già 10 giorni fa in una lettera inviata al presidente della Regione – dicono i due dirigenti – avevamo sottolineato al presidente della Regione le difficoltà del comparto e la volontà di siglare un protocollo di sicurezza per ripartire al più presto. Oggi, invece, siamo al paradosso che l’Isola dove non ci sono già quasi contagi, dovrà attendere le regioni del Nord per potere ripartire. Con la differenza che lì si avvieranno già le industrie, qui moriranno migliaia di piccole e medie imprese”.

“Sosteniamo con convinzione il documento sottoscritto dai toelettatori siciliani sottoposto all’attenzione del Presidente Musumeci al fine di consentire – oltre la vendita al dettaglio per gli animali – anche quei servizi che assicurino l’igiene di cane e gatti.” Così i deputati regionali della Lega Sicilia per Salvini Premier (Antonio Catalfamo, Maria Anna Caronia, Orazio Ragusa, Giovanni Bulla), insieme al deputato nazionale Nino Minardo, si rivolgono al Presidente Musumeci: Toelettatori e negozianti svolgono regolarmente la loro attività di vendita di mangimi e articoli accessori per animali ma hanno sospeso l’erogazione del servizio di toelettatura, così come disposto; Molti proprietari di animali domestici però non sono nella possibilità di provvedere autonomamente alla pulizia ordinaria e/o straordinaria degli stessi; ‘Considerando che – si legge nel documento – il servizio di toelettatura nella totalità dei casi viene svolto in ambiente chiuso al pubblico e che i contatti operatore-proprietario sono normalmente limitati alla consegna dell’animale prima e dopo il servizio; che la toelettatura è indispensabile ormai per il benessere animale, sia per l’igiene che per la salute dello stesso, soprattutto nei casi di necessità di bagni medicati’ Al fine inoltre di evitare l’insorgere di dermatiti e problemi legati ai parassiti, gli stessi chiedono al Presidente Musumeci “la riapertura dei servizi di toelettatura, così come in Emilia Romagna e Liguria, al fine di garantire salute e benessere agli animali da compagnia, adeguandoci alle norme di prevenzione e sicurezza di salute
pubblica”.

Nella lettera al presidente della Regione, inviata il 18 aprile scorso, Confesercenti chiedeva di definire un protocollo di sicurezza per consentire non più tardi del 4 maggio “la riapertura delle attività di parrucchieria, barberia, estetica, nails e di tutte le altre attività concernenti i servizi più strettamente collegati alla cura ed al benessere della persona”.

“Le disposizioni del nuovo DPCM per la Fase 2, valide dal 4 al 17 maggio 2020, comunicate ieri dal Presidente Conte, devono essere attuate con la massima celerità e a fronte di una programmazione ordinata e progressiva che consenta di riprendere le attività con indirizzi chiari, perché non ci si può permettere ulteriori indugi, anche se per la nostra regione ci sembrano troppo restrittive e di esagerato impatto economico negativo oltre a quello purtroppo subito. E’ quanto affermano i deputati regionali: Luisa Lantieri, Marianna Caronia, Antonio Catalfamo, Giuseppe Compagnone, Giuseppe Gennuso, Giovanni Bulla, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara.

Chiediamo al Governatore Musumeci di andare oltre, noi gli saremo accanto e lo supporteremo, e fornire celermente delle linee guida per quanto riguarda gli spostamenti interni alla regione e alle attività di manifattura, commercio all’ingrosso e cantieri privati e il commercio al dettaglio in modo da permettere a questi settori un rapido avvio dell’attività.

“Per tutta una serie di altre attività – proseguono gli otto parlamentari – che non richiedono assembramenti né spostamenti significativi chiediamo altresì al Governatore, così come si sta facendo in Friuli Venezia Giulia, Veneto e Liguria, di andare in deroga rispetto al DPCM di ieri, autorizzando il via libera ai negozi di abbigliamento bambini, all’ agricoltura per autoconsumo, ai florovivai, di consentire la vendita del cibo da asporto da parte delle attività artigiane del settore dolciario e alimentare, previa ordinazione on-line o telefonica, la vendita di calzature per bambini sia all’interno dei negozi specializzati in abbigliamento per bambini che nei negozi che commercializzano esclusivamente calzature per bambini e l’attività da parte degli esercizi di toelettatura degli animali di compagnia, apertura dei bar, dei ristoranti con possibilità di ricezione di 1/3 della capienza del locale o al massimo del 50%, l’apertura di parrucchierie e centri estetici, la pesca sportiva, la toulettatura x animali domestici. Inoltre l’attivazione di servizi come quelli di riabilitazione dei bambini a cominciare da quelli che sono affetti da autismo. Diverse tra queste attività, infatti, possono essere svolte previo appuntamento e attraverso prenotazioni, evitando assembramenti e nel rispetto delle indicazioni di sicurezza. Sono misure necessarie – concludono i deputati – per ridare fiato a un mondo capillare di piccole imprese e per iniziare a costruire la fiducia necessaria alla ripresa e alla riapertura generale delle attività economiche regionali, nel rispetto assoluto delle regole di profilassi, che devono restare assolutamente severe”.

“Non è una semplice critica diretta al Presidente Conte, perché quella del Governo è una costante improvvisazione. Questa apertura a rate che ci è stata propinata a chi è utile? Gli italiani in questo momento hanno bisogno di certezze. Sarebbe stato opportuno che ci si prendesse la responsabilità, comunicando una data precisa, pur se ancora posticipata di un mese per ottenere una maggiore tranquillità. Inoltre, perché se il 70% dei contagi sono ancora concentrati su 3 regioni del nord, dobbiamo applicare le medesime restrizioni in tutta Italia? Sono solidale ai nostri amici del nord, però non è logico tenere il territorio italiano in libertà vigilata. Anche qui non si è avuto il coraggio di differenziare, considerando che esiste ancora il divieto di transitare da una regione all’altra. Dite una volta per tutte agli italiani che situazione c’è. Abbiamo una palese mancanza di coraggio. Oggi prepareremo la nostra controproposta. Non basta solo criticare. La comunicheremo a tutti alle ore 18.45 nella nostra quoditiana diretta Facebook”. Lo afferma il Sindaco di Messina, Cateno De Luca, che rinnova il consueto appuntamento dalla sua pagina facebook, De Luca Sindaco di Messina, per gli ulteriori risvolti sulle proposte.

“Anticipo che tale proposta – continua il Primo cittadino – prevede una differenziazione territoriale, per come è attualmente la geografia del virus in Italia. Introdurre in Italia il concetto di libertà vigilata sarebbe una scelta strategica. Tutte le attività vanno aperte, ma secondo una nuova modalità. Parlo per esempio delle chiese, per le quali io sono favorevole all’apertura, anche prenotando per partecipare alla Santa Messa. Coinvolgiamo la CEI, in modo da stabilire secondo delle prescrizioni di sicurezza, le modalità di accesso alle funzioni liturgiche. Meglio così che non andarci affatto. Lo stesso dicasi per i cimiteri. Non è possibile continuare a tenerli chiusi. La stessa cosa per tutte le altre attività. Non si può continuare così, utilizzando anche il metro adottato per i nostri fratelli settentrionali: è sbagliato”.

“Prendetevi la responsabilità che vi competono – conclude il Sindaco peloritano – perché siete voi a comandare l’Italia. Noi sindaci siamo solo dei modesti attuatori. Anche per il suolo pubblico: si dica ai ristoratori che occorrono gli spazi all’aperto e l’Amministrazione comunale sarà disponibile a concederli, così come per gli impianti di balneazione, in modo tale che ognuno possa fare i conti con la propria tasca. Chi è imprenditore, della mancia di Stato non se ne fa nulla, anche perché questa è accompagnata al pizzo legalizzato della vostra burocrazia. Abbiate coraggio e ascoltate il popolo, facendo provvedimenti di buon senso, nell’ottica della libertà vigilata, ma differenziando il territorio”.

“Serpeggia in tanti un dubbio: ma in posizioni invertite, se la Lombardia avesse avuto i dati di contagi, di decessi, di guariti che ha la Sicilia, ci avrebbero aspettato? – si chiede la deputata Giusi Savarino – Questa è la domanda che pongo al Presidente Conte e ai tanti deputati eletti al sud che lo sostengono. Il popolo del sud non ha le garanzie lavorative del nord, noi viviamo di turismo, di prodotti agricoli di qualità, di eccellenti vini, di artigianato, di piccole imprese che vogliono, devono, ripartire subito! Conte non può avere paura delle reazioni del potente nord e così ammazzare economicamente il sud!La verità è che noi siamo stati bravi, che il governo Musumeci è stato bravo, che il popolo siciliano è stato bravo, ma non possiamo morire agli arresti domiciliari. Per una volta vogliamo essere noi del sud volano dell’economia italiana e Conte non può negarcelo, ci faccia ripartire!”

“Con mozioni ed ordini del giorno presentati in data odierna con il gruppo di Forza Italia, è stato chiesto, con spirito di collaborazione, al Governatore Musumeci, di adottare nuove e diverse misure adeguate all’attuale favorevole quadro epidemiologico della Sicilia. In particolare, per venire incontro al comune senso di pietà verso i defunti, si rende opportuna la riapertura delle aree cimiteriali. Peraltro, ciò consentirebbe una spinta per l’avvio delle attività florovivaistiche, considerato che a tale comparto sono stati assegnati, in commissione bilancio, 20 milioni di euro per gli enormi danni derivati dall’interruzione o drastica riduzione delle attività a causa della pandemia. È stata altresì chiesta l’abolizione per l’anno 2020, nell’interesse dei tanti agricoltori ed aziende agricole, dei versamenti relativi ai ruoli istituzionali ed irrigui emessi dai consorzi di bonifica siciliani. Al riguardo, occorre dare un significativo aiuto agli agricoltori ed alle tante aziende agricole a rischio default, tra l’altro nell’impossibilità finanziaria di poter affrontare la nuova campana di produzione”. Lo riferisce il Presidente della Commissione Affari Istituzionali all’Ars, Stefano Pellegrino.

“Sarà anche sollecitata – continua il Parlamentare – l’apertura di bar, ristoranti, attività commerciali, piccole imprese e dei centri di servizi alla persona – parrucchieri, estetisti e simili – e agli animali di affezione, con le adeguate misure per il rispetto delle norme di contenimento sociale. Si ritiene necessaria la riapertura dei centri di riabilitazione dei bambini, specie per gli affetti da autismo con terapie in corso. In tal caso, gli assembramenti saranno evitati disponendo le opportune prenotazioni e regolamentando gli accessi alle strutture”.

“Solo così – conclude Pellegrino – si potrà sostenere il rilancio economico-sociale della nostra Regione e la ripresa della primaria attività turistica e dei servizi ricettivi, visto che il decorso della crisi pandemica in Sicilia è risultato diverso e meno allarmante di quello delle altre regioni, specie del nord. Di certo, con tutto lo spirito di solidarietà che ci ha contraddistinto nella prima fase epidemica, non possiamo attendere per ripartire che il favorevole tasso epidemiologico – già pari a zero per alcune provincie della nostra Isola – venga raggiunto dalle altre regioni”.
Felice che anche il nostro umile appello – dichiara l’Onorevole regionale Danilo Lo Giudice – lanciato ieri sera sia stato condiviso.

“Il presidente Nello Musumeci  chiederà in un documento concordato con altri presidenti di regione, la possibilità di deroga per maggiori aperture per le attività dell’isola. È quanto mai necessario avere risposte concrete in tal senso, bisogna evitare che il sacrificio di tanti siciliani che hanno rispettato le regole rimanendo a casa, possa determinare il fallimento del nostro tessuto commerciale e produttivo. La Sicilia deve ripartire, rispettando le regole, ma con la consapevolezza che ciò è quantomai indispensabile” lo dice il deputato Danilo Lo Giudice.

“Centinaia di siciliani sono ancora costretti a rimanere in casa, oltre la scadenza dei previsti 14 giorni di quarantena, a causa del regime imposto dal governo regionale che prevede la prescrizione del tampone obbligatorio per i rientrati in Regione dopo il 14 marzo 2020. Una situazione paradossale che non può continuare e che deve finire” dice l’europarlamentare della Lega, Francesca Donato.

“L’ordinanza del Presidente della Regione siciliana n.7 del 20 marzo di quest’anno, che all’art. 1, comma 3 prevede per i suddetti soggetti l’effettuazione del tampone “a ridosso della conclusione della quarantena”, non legittima le ASP a intimare agli stessi di mantenere l’isolamento sino all’esito del tampone stesso, in quanto per le limitazioni della libertà personale di tale portata è costituzionalmente prevista la riserva di legge, e non esiste allo stato una legge che preveda questa prescrizione. Inoltre, nessun obbligo del genere può essere imposto ai nostri concittadini siciliani e su questo aspetto il Presidente della Regione siciliana, Nello Musumeci, dovrebbe fare immediatamente chiarezza”.

“Imporre a soggetti asintomatici, già in isolamento da 14 giorni, delle restrizioni alla propria libertà di movimento diverse da quelle cui sono sottoposti gli altri cittadini – aggiunge la Donato – non ha alcuna giustificazione sanitaria o di altro genere e configura una violazione del principio di uguaglianza, stabilito dall’art. 3 Costituzione”.

“Il governo regionale si attivi immediatamente, comunicando alle ASP il divieto di intimare ai soggetti in isolamento asintomatici di restare in isolamento oltre i 14 giorni di quarantena, a cui i cittadini si conformano reputandolo legittimo, ed a valutare l’opportunità di continuare a sottoporre questi soggetti a tampone, anche in considerazione del parere tecnico scientifico richiesto al CTS dal direttore del DASOE il 31 marzo 2020 e ottenuto il 1 aprile, che espressamente dichiara inopportuno procedere in tal senso, nonché della circolare interpretativa del Ministero della Salute del 3 aprile sulle priorità per l’effettuazione dei tamponi”.

“In nessun caso – conclude l’europarlamentare della Lega – gli organi di governo regionale e i distretti territoriali possono muoversi o agire al di fuori del perimetro di legittimità fissato dalla Legge e dalla Costituzione”.

“La situazione in cui versa il Sud è ormai insostenibile e il governo invece di dare risposte concrete avvia una Fase 2 che consentirà la riapertura solo delle grandi industrie del Nord dimenticando che parte del Paese vive di turismo, di artigianato e del lavoro di tante piccole aziende e attività che in questo modo finiranno sul lastrico rischiando di non riaprire. Non si può gestire una crisi di queste dimensioni con una tale approssimazione, senza garantire certezze e trattando allo stesso modo realtà così diverse”. Lo dichiara in una nota Nino Germanà, deputato di Forza Italia. “Il Dpcm di Conte è deludente e non prevede misure adatte per far ripartire il Mezzogiorno. In Sicilia dove i contagi sono molto ridotti rispetto a regioni come Lombardia o Piemonte, non viene consentita la riapertura di ristoranti, bar, parrucchieri e tutte le attività che potrebbero in qualche modo ridare fiato ad un’economia già in difficoltà. C’è una vera e propria disattenzione verso i cittadini meridionali che sono stanchi delle tante promesse disattese da questo governo. Ci si chiede cosa abbiano fatto il premier Conte e i suoi esperti in questi due mesi. Le misure previste dal Dpcm sono insufficienti, inadeguate e rischiano di mettere a repentaglio il già precario tessuto economico del sud Italia” conclude Germanà.

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