Essere periferia all’interno del centro città: è questo il paradosso che si trovano a vivere i cittadini di Borgovecchio, quartiere popolare dell’ottava Circoscrizione di Palermo. Un ‘conflitto interiore’ del capoluogo siciliano di cui si sarà accorto anche Giuseppe Conte, in visita questa mattina nella borgata insieme al gruppo dirigente del M5S. Un tour, quello dell’ex premier, che proseguirà al mercato di Ballarò. Stasera atto finale a Villa Filippina.

La visita di Conte a Borgovecchio

Ad accogliere Conte una folla di persone che lo hanno applaudito. Qualcuno si spinge perfino a chiamarlo “papà”, termine utilizzato dai presenti per definire l’essenzialità, in termini economici, del sussidio voluto dal M5S. L’ex premier è arrivato in piazza Scinà, dove ha incontrato una delegazione di imprenditori che hanno denunciato il pizzo. A coadiuvarlo il deputato nazionale Adriano Varrica e l’ex capogruppo a Sala delle Lapidi Antonino Randazzo. Presente anche il candidato a sindaco Franco Miceli, affiancato dal candidato alla presidenza dell’ottava circoscrizione Marcello Longo.

“Io vengo qui per incontrare questi imprenditori perchè lo avevo promesso. Persone che denunciano il pizzo e la sopraffazione della criminalità organizzata, meritano tutto il sostegno della parte sana del Paese e delle istituzioni. E’ un passaggio doveroso. Stringere la mano a questi imprenditori che hanno avuto il coraggio di denunciare. Per loro non era facile. Sono degli eroi e meritano il nostro sostegno. La lotta alla mafia richiede attenzione costante, concentrazione massima e sinergia da parte di tutti i livelli istituzionali”.

L’attacco alla Meloni sul reddito di cittadinanza

Un gruppo di persone fra i quali erano presenti diversi percettori del reddito di cittadinanza. Misura che Giuseppe Conte difende ad oltranza, soprattutto dagli attacchi el partito di Giorgia Meloni. “Fratelli d’Italia ha detto tante cose. ‘Togliamo il reddito di cittadinanza per usarli a scopo militare’. Poi hanno definiti ‘parassiti’ chi lo percepisce. C’è un livello di aggressione politica verso le fasce più deboli della popolazione che mi sorprende molto. Se ho accettato incarichi politici, è perchè penso che la politica abbia il compito di fare crescere bene il Paese. Ciò non può avvenire se non si coniuga crescita economica a sviluppo sociale. Un paese che ha intere fasce di popolazione in stato di povertà, con una politica che non si preoccupa di offrire soluzioni redistributive, è una politica che lascia correre il mercato. Allora, aboliamo la politica”.

Una misura sulla quale il leader del M5S pensa di avere un ampio sostegno anche all’interno del Governo. “Draghi ha dichiarato che questa misura la condivide. Credo che il presidente del Consiglio, che ha una responsabilità di Governo, si renda conto che la tenuta del tessuto sociale è un valore essenziale di uno Stato democratico. Se non lo assicuri, di fronte ad una congiuntura economica che vede un impoverimento del ceto medio, sarebbe veramente grave non presidiare questa misura di protezione sociale”.

 

Articoli correlati