La lotta sui conti del Comune di Palermo si sposta a Roma. Sono stati presentati due emendamenti, uno a firma dei senatori di Fratelli d’Italia e l’altro dai parlamentari di Italia Viva, a prima firma Davide Faraone, con il quale si propone di modificare quanto previsto dall’ultima legge finanziaria e dal TUEL (Testo Unico Enti Locali) in merito all’approvazione dei bilanci di previsione.

L’obiettivo, in sostanza, è quello di reperire risorse utili ad impedire gli aumenti dell’addizionale IRPEF per l’annualità 2022, attualmente previsti dal piano di riequilibrio approvato dalla scorsa amministrazione comunale, in attesa di ridiscutere i termini dell’accordo con lo Stato. Operazione che sarà possibile soltanto una volta instaurato il nuovo Govero nazionale. Inoltre, con il secondo atto, si punta a superare l’impasse regnante sul bilancio di previsione 21-23, attualmente commissariato, passando direttamente all’approvazione del rendiconto.

Sbloccare i fondi per i comuni in riequlibrio

Il primo emendamento, a firma Fratelli d’Italia, punta a modificare il comma 565 dell’art.1 dell’ultima legge finanziaria. La disposizione in questione prevede un fondo, da circa 300 milioni, da destinare ai comuni in procedura di riequilibrio al fine di ripianare il disavanzo. L’obiettivo invece è quello di estendere la pertinenza delle risorse anche al rimborso dei debiti finanziari. Tradotto, nel caso di Palermo, la norma così emendata prevederebbe, oltre a ripianare il disavanzo per l’anno 2022, attualmente calcolato in 33 milioni di euro, di azzerare l’aumento dell’addizionale Irpef per la sola annualità 2022. Una manovra che l’Amministrazione Orlando provò a mettere in pratica con una delibera di Giunta, poi respinta al mittente dalla Ragioneria dello Stato.

Con questo provvedimento invece, si agirebbe alla base del problema, modificando la disposizione alla fonte. Ciò consentirebbe di azzerare gli aumenti e di guadagnare tempo fino all’instaurazione del nuovo Governo. Soggetto con cui poi proprio l’Amministrazione Comunale dovrà interfacciarsi per rimodulare le risorse previste dall’accordo con lo Stato, attualmente calcolate in 180 milioni da modulare in vent’anni. Altra previsione normativa dell’emendamento riguarda il termine di revisione del piano di riequilibrio, che verrebbe così esteso dal 28 febbraio al 31 marzo 2023.

Le modifiche al TUEL

L’altro emendamento, a firma Faraone, mira invece ad inserire due nuovi commi (l’8 bis e l’8 ter) all’interno dell’art.151 del TUEL (Testo Unico Enti Locali). L’obiettivo è quello di superare le criticità legate al bilancio di previsione 21-23, attualmente commissariato e in attesa di approvazione dal Consiglio Comunale. Secondo quanto previsto dall’art.8 bis, “se il bilancio di previsione non è deliberato entro il termine del primo esercizio cui si riferisce (21-23), il rendiconto della gestione relativo a tale esercizio è approvato indicando nelle voci riguardanti le “Previsioni definitive di competenza» gli importi delle previsioni definitive del bilancio provvisorio gestito nel corso dell’esercizio. Fermo restando la procedura prevista dall’articolo 141 e dall’articolo 52 del decreto legislativo 26 agosto 2016, n. 174, l’approvazione del rendiconto determina il venir meno dell’obbligo di deliberare il bilancio di previsione dell’esercizio cui il rendiconto si riferisce“. Da attendere cosa deciderà il Parlamento sulla questione.

 

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