La Sezioni riunite della Corte dei Conti ha parificato il rendiconto della Regione siciliana per il 2019 rilevando tuttavia una serie di irregolarità sul risultato di amministrazione, conto economico e stato patrimoniale. Il dispositivo, letto dal presidente Salvatore Pilato, sarà trasmesso alla giunta regionale, all’Assemblea siciliana, al ministero delle Finanze e al presidente del Consiglio dei ministri.

Per i giudici contabili il risultato di amministrazione risulta “irregolare” per insufficiente o omessa contabilizzazione del fondo contenzioso con una carenza di 315 milioni di euro), per omessa istituzione di 102 milioni nel fondo rischi, per la mancanza di 34,9 milioni nel fondo crediti di dubbia esigibilità. Contestati anche il mancato appostamento di 142 mln nella parte vincolata relativa ai trasferimenti e di 58 mila euro circa di investimenti. I giudici hanno accertato irregolarità contabili per il mancato allineamento del rendiconto con i dati del sistema Siope relativamente a 5 mln di minori incassi e maggiori pagamenti per 52 mln. Altre irregolarità nel conto del bilancio perché non contabilizzato il conguaglio Irpef per 182 mln e il conguaglio per l’Iva pari a 34 mln, “che al 31 dicembre 2019 avrebbero incremento residui attivi e passivi con effetti sul risultato di amministrazione”.

E ancora: disavanzo e quote di disavanzo non recuperate nel rendiconto 2018 e da ripianare nel 2019 per un totale di oltre 875 mln. Per i giudici vanno eliminati dal conto di bilancio residui attivi imputabili all’assessorato alle Infrastrutture per 1,2 mln; ai Beni culturali per circa 22 mila euro; all’assessorato Famiglia per 1.800 euro. Altre partite contabili irregolari riguardano il fondo perdita e società partecipate, il fondo residui perenti, spese sanitarie per 156 mln impegnate e spese disimpegnate per 80 mln. Per effetto delle dichiarazioni di incostituzionalità di alcune leggi risultano irregolari spese per il trasporto pubblico locali per 12 mln, 164 mila euro per pensioni, assegni e sussidi in carico al Fondo pensioni Sicilia e spesa per 97 mln finanziate con quote accantonate e vincolate perché eccedenti i limiti della legge 145/2018. Per la Corte risultano non regolari lo stato patrimoniale e il conto economico. Copia della decisione sarà trasmessa al presidente della Regione, al presidente all’Ars, al ministro dell’Economia e al presidente del Consiglio.

E’ finita così dopo una lunga e difficile mattina per i conti della Regione siciliana. Dopo la notifica dell’impugnativa da parte del Consiglio dei Ministri sulla finanziaria 2021 che mette a rischio i precari Asu arriva la decisione sulla parifica del bilancio 2019 davanti la corte dei Conti

Bilancio migliorato ma ancora critico

“Sul rendiconto ci sono profili migliorativi, ma da approfondimenti contabili sono emerse aree di criticità finanziarie, che pongono dubbi di attendibilità” aveva detto il presidente della sezione regionale di controllo della Corte dei conti, Salvatore Pilato, aprendo l’udienza di parifica del rendiconto della Regione per il 2019. Adesso la regione dovrà sistemare tutte le poste irregolari e questo rischia di causare nuovi buchi nei bilanci seguenti ed avere conseguenze sul 2021

Per la procura dati inattendibili, bilancio da non parificare

A conclusione della sua lunga requisitoria davanti alla Sezioni riunione della Corte dei Conti, il procuratore Pino Zingale ha mosso una serie di rilievi chiedendo di non parificare il rendiconto della Regione per il 2019. Una eventualità che sarebbe disastrosa per i conti regionali anche successivi.

Durante la sua requisitoria il procuratore generale Zingale, ha preannunciato una denuncia alla Procura penale “per irregolarità e distrazione nella gestione di somme riscosse da Riscossione Sicilia”.

L’attacco del sindaco di Palermo e presidente dell’Anci

“Ad ulteriore e autorevolissima conferma della gravità della situazione finanziaria dei Comuni siciliani a causa della legislazione nazionale e regionale e di una catastrofica gestione di Riscossione Sicilia, che produce effetti devastanti sui bilanci di tutti i Comuni siciliani”- come ha dichiarato Leoluca Orlando, presidente di ANCI Sicilia – il Procuratore Generale Corte dei Conti, in sede di parifica del rendiconto 2019 della Regione, ha preannunciato una denuncia alla Procura penale per irregolarità e distrazione nella gestione di somme riscosse da Riscossione Sicilia.
Nel rendiconto generale della Regione siciliana delle sezioni riunite della Corte dei Conti è evidenziato, infatti, il collegamento tra stato di stagnazione economica della Sicilia, che si è aggravato e le gravissime criticità finanziarie dei Comuni siciliani (numero elevato di Comuni in dissesto o in predissesto; 1/3 della popolazione siciliana vive in Comuni in dissesto di predissesto) e la grave criticità del sistema di riscossione in Sicilia che produce effetti determinanti sul numero di Comuni in dissesto in continuo aumento.

Musumeci spegne i toni e conta sulla Corte

“Tenendo conto delle osservazioni fatte da questa magistratura contabile, posso assicurare con animo scevro da retorica e formalità che l’azione dei prossimi 15 mesi rimanenti sarà improntata al raggiungimento del massimo livello di efficienza e trasparenza”. Così il governatore Nello Musumeci, davanti alle sezioni riunite della Corte dei Conti, che deve decidere sulla parifica del rendiconto della Regione per il 2019.

Preoccupato il Presidente della Regione

“I molteplici accordi conclusi con il Governo centrale, l’ultimo il 14 gennaio scorso al quale è conseguita l’adozione del Piano di rientro della Regione, hanno condotto ad adottare modalità specifiche di ripianamento dei disavanzi provenienti dalle precedenti gestioni, dimostrano che la Regione ha voltato pagina nella gestione degli equilibri di bilancio e recuperato credibilità finanziaria. È di ieri la notizia che il Consiglio dei Ministri ha superato, sulla base delle puntuali argomentazioni del Governo regionale, i rilievi sulla manovra finanziaria 2021 ritenendo esente da censure la legge regionale di bilancio n. 10/2021. Il giudizio di parifica del rendiconto, al confine tra la funzione di controllo e quella giurisdizionale, collegato alla legge di approvazione del rendiconto si colloca tra l’attività di rendicontazione e la legge regionale che lo approva in ‘funzione di ausiliarietà'” ha affermato il presidente della Regione Siciliana,  nel corso dell’udienza.

“Il Governo regionale – ha proseguito Musumeci – non chiede prebende o regalie, ma le risorse per garantire l’espletamento delle funzioni statutariamente attribuite e i livelli essenziali delle prestazioni costituzionalmente riconosciuti e che con l’attuale gettito è insostenibile, le compartecipazioni fiscali concordate nella scorsa legislatura, infatti, al netto dell’ ingente concorso al fondo sanitario regionale, non attribuiscono risorse “aggiuntive” alla Regione siciliana limitandosi a introdurre minimi correttivi agli effetti distorsivi recati sul gettito devoluto da alcuni provvedimenti normativi statali. La capacità espansiva delle entrate nel bilancio regionale deve invece essere ancorata all’incremento del gettito tributario assicurato dalle modifiche del sistema di devoluzione delle entrate. In tal senso ho chiesto un incontro al Presidente del Consiglio per ridefinire urgentemente gli accordi finanziari riconoscendo alla Sicilia quanto necessario a garantire i diritti di cittadinanza, mentre al Ministero dell’economia è già insediato il gruppo di lavoro misto Stato-Regione che, dopo una lunga pausa connessa anche alla pandemia, sta definendo le linee della nuova normativa di attuazione in materia finanziaria”.

Il presidente Musumeci ha affrontato poi il tema del finanziamento degli enti locali “che ci inquieta e che, se non affrontato con urgenza e determinazione, rischia di provocare la paralisi dei Comuni”.

Ha evidenziato, inoltre, le difficoltà connesse alle norme nazionali relative agli appalti pubblici che finiscono con il “frenare l’avvio di opere e cantieri, limitando lo sviluppo del territorio”.

In conclusione, ha posto l’accento sulla necessità di restituire competenze agli enti intermedi, le ex province, con l’obiettivo di trasmettere presto all’Ars un disegno di legge che completi una riforma fatta in passato con troppa fretta. E ha ricordato come in Regione non si bandiscano concorsi dal 1991, annunciando che partirà a breve un piano di formazione per i dipendenti regionali con l’obiettivo di aggiornarne le competenze, soprattutto sul fronte della digitalizzazione.

La bacchettata del Presidente della Corte al Procuratore

“Dobbiamo rivedere il protocollo di lavoro, trovare misure più fluide per allineare i tempi. La tempistica del giudizio di parificazione è un indice di efficienza gestionale”. Così il presidente della sezione di controllo della Corte dei Conti, Salvatore Pilato, rivolgendosi al procuratore Pino Zingale.