Se la crisi economica ha messo in ginocchio la totalità dei comparti produttivi della Sicilia, l’emergenza coronavirus farà ancora peggio. La Sicilia si avvia verso una profonda recessione e le previsioni sono tutt’altro che rosee. Il post-coronavirus  sarà come essere usciti da una guerra. E, come la Sicilia rinacque dopo i conflitti mondiali, può farcela anche adesso. Ne è sicuro il vice presidente dell’Ars e assessore all’Economia Gaetano Armao che ieri ha relazionato sulla situazione economica conseguente alla crisi pandemica Covid19 e sulle misure straordinarie da adottare.

“Quello che ci aspetta è un lavoro duro, che sappia cogliere difficoltà ed angosce dei siciliani di fronte a questa drammatica crisi, ma anche interpretarne l’ansia di riscatto”.  L’economia siciliana, sostiene l’assessore, arriverà sfiorare una contrazione di oltre il 7%. Per questo serve subito “un bilancio ed una legge di stabilità che sblocchino la spesa, mobilitino risorse ed investimenti, offrano strumenti e misure per affrontare recessione e disagio sociale, introducano riforme strutturali e massima semplificazione”.

È una Sicilia con le ossa rotte quella che verrà fuori dalla crisi legata all’epidemia. Nell’economia regionale al momento i settori particolarmente colpiti risultano i trasporti, il turismo, il settore alberghiero ed il commercio al dettaglio, ma il perdurare delle misure di contrasto al virus stanno progressivamente, estendendo a tutti i settori sottoposti al vincolo di chiusura gli effetti recessivi. Per tali motivi obiettivo della giunta regionale è approvare in tempi brevi un bilancio e una legge di stabilità proiettata all’emergenza, ma sopratutto di approntare a livello regionale e concordare a livello nazionale massicce misure di supporto alla domanda e di iniezione di liquidità. “Il Governo regionale – ha detto Armao – è già al lavoro su questa prospettiva ed aperto ad ogni interlocuzione per offrire ai siciliani l’attenzione e le risposte che questa drammatica vicenda impone”.

L’amministrazione regionale ha già assunto alcune iniziative sul piano economico per il sostegno alle imprese ma adesso risulta essenziale, secondo l’assessore, la definizione del negoziato finanziario con il Ministero dell’Economia e le Finanze. Essenziale è anche rivedere il tema dei fondi europei destinati al Sud ed alla Sicilia, che, in spregio alle previsioni dei Regolamenti europei, ancora oggi sostituiscono l’intervento ordinario dello Stato.

Proprio in tal senso la Regione siciliana ha voluto precisare alla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome che la riprogrammazione dei fondi europei e di coesione non può destinare, evidentemente, iniziative al di fuori dei territori ai quali sono state assegnate.

“Nella riprogrammazione dei fondi europei e di coesione – afferma l’assessore all’Economia – per far fronte agli effetti dell’emergenza pandemica si dovrà rispettare l’allocazione delle attuali dotazioni finanziarie e la loro destinazione regionale ed il principio di addizionalità delle risorse europee e di coesione rispetto agli interventi ordinari e straordinari che vanno finanziati con la fiscalità generale”. Infine un appello è quello che lancia Armao nella sua relazione. “Si rifugga da tattiche declamatorie e cadornismo”.