L’arrivo delle merci in Sicilia non subirà alcuno stop nonostante il blocco dei collegamenti marittimi imposto dalla Regione Siciliana. Lo ha ribadito il presidente della Regione Musumeci questa mattina, in collegamento con la trasmissione di La7 Omnibus. “Il provvedimento adottato d’intesa con il ministro dei Trasporti non impedisce l’arrivo delle derrate in Sicilia. Anzi le facilita. Il limite è soltanto per i passeggeri”.
Musumeci, intervistato da Gaia Tortora, ha sottolineato le motivazioni che hanno spinto il Governo regionale a una decisione così drastica. “La Sicilia è sempre stata una terra aperta, un luogo d’incontro e di confronto, però mai come in questo momento diventa la terra più a rischio. Noi non siamo soltanto una regione italiana, ma una regione di frontiera dell’Europa. E quindi è chiaro che da noi è maggiore l’apprensione, l’ansia per un rischio che sta montando nelle ultime giornate”.
Il Governatore ha anche commentato duramente la scelta di molti siciliani residenti al Nord di tornare in massa in Sicilia. Sono oltre 31mila le persone che si sono auto-certificate negli ultimi dieci giorni. “Non sappiamo – ha detto – quanti siano in quarantena, rispettando il protocollo e quanti altri, invece, convinti in maniera sciocca e incosciente di essere invulnerabili, siano rientrati in Sicilia senza denunciare il proprio arrivo”.
Chi può entrare adesso in Sicilia? Lo ha spiegato nel corso dell’intervista Musumeci. Gli spostamenti “sono consentiti solo quelli ampiamente giustificati, da Reggio Calabria alla Sicilia. Abbiamo inoltre un solo volo, per Roma, da Palermo e da Catania, la mattina e la sera. E un solo treno da Roma per Messina, che poi dirama verso Palermo e Siracusa. Sono provvedimenti necessari, straordinari, per far fronte a una situazione straordinaria. Finora la Sicilia ha tenuto bene. Abbiamo poco più di 200 casi positivi, un quarto circa in rianimazione. Obiettivamente temiamo il peggio che, secondo gli esperti, potrebbe essere alla fine di questa settimana o all’inizio della prossima. Abbiamo immaginato anche un Piano B, che ci consenta di aumentare di altri duecento i posti per la rianimazione e di un paio di migliaia in generale di sub rianimazione e per gli ospedalizzati non gravi”.
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