“L’emergenza povertà emersa in tutta la sua drammaticità, unita all’evidente tensione sociale, potrebbero tradursi in nuovi episodi di aggressione”. La denuncia arriva dai sindacati che adesso temono per l’incolumità dei lavoratori dei supermercati che, tra l’altro, sono tra le categorie a più alto rischio contagio.

A lanciare l’allarme sono il segretario generale della Cisl Sicilia, Sebastiano Cappuccio e la segretaria generale Fisascat Cisl Sicilia, Mimma Calabrò, secondo i quali “oggi la sicurezza e la salute dei dipendenti del settore alimentare deve essere prioritaria”.

“Questi lavoratori – aggiungono Cappuccio e Calabrò – stanno già svolgendo turni massacranti e hanno paura”. La Cisl sottolinea come il protocollo firmato a livello nazionale e regionale preveda che la prosecuzione delle attività produttive possa avvenire solo in presenza di condizioni che assicurino alle persone che lavorano adeguati livelli di protezione.

“Le aziende, accogliendo le nostre pressanti richieste – affermano Cappuccio e Calabrò – hanno dotato il personale di dispositivi di protezione individuale e hanno predisposto le misure di sicurezza e noi apprezziamo lo sforzo e l’impegno profuso ma ancora non sono state fornite a tutti. Non si deve abbassare la guardia e si deve proseguire in questa direzione”.

La Cisl chiede alla cittadinanza di essere solidale: “Si deve evitare la corsa agli acquisti e fare la spesa non deve essere un momento di svago né un parco giochi, è inammissibile intasare i supermercati per acquistare soltanto un prodotto, spesso persino superfluo. In ballo c’è la salute di tutti”. E rimarca come l’emergenza povertà già emersa in tutta la sua drammaticità, unita all’evidente tensione sociale, potrebbero nuovamente incidere sulla sicurezza dei lavoratori dei supermercati.

“Il rischio che si ripetano aggressioni – chiosano Cappuccio e Calabrò – è dietro l’angolo. Vanno attuati controlli mirati e concentrati, e devono continuare i  presidi di forze dell’ordine o della Protezione civile davanti a tutti gli esercizi commerciali dove oggi si concentra l’intera cittadinanza. Ancora una volta il commercio al dettaglio viene chiamato, in questa delicatissima fase che il Paese intero sta affrontando, a svolgere il ruolo di servizio nella comunità alla pari di altre funzioni che vengono considerate servizi essenziali”.

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