Stenta a decollare il lavoro agile al carcere Ucciardone di Palermo. Solo due dipendenti della casa circondariale sono attualmente in servizio da casa. La denuncia arriva dalla Uil Pubblica Amministrazione Sicilia.
Solo due dipendenti amministrativi del Comparto Funzioni Centrali in servizio presso la Casa Circondariale “Calogero Di Bona” di Palermo, sono attualmente in regime di lavoro agile. Eppure le disposizioni governative in materia di contrasto alla diffusione del Coronavirus individuano nello smart working la modalità ordinaria di svolgimento della prestazione professionale nelle pubbliche amministrazioni. È Alfonso Farruggia, segretario generale della Uil Pubblica Amministrazione Sicilia che accusa i vertici del carcere di non avere applicato, ad oggi, quanto previsto per legge.
Nei giorni scorsi il sindacato aveva annunciato azioni legali in caso di mancata risposta alle richieste inviate alla direzione. Farruggia aveva anche sollecitato il prefetto di Palermo Antonella De Miro a vigilare. “In realtà – chiarisce Farruggia – una risposta, seppure in ritardo di dieci giorni, è arrivata da parte della direzione, ma non è affatto esaustiva in merito ai criteri applicativi adottati : ad oggi, infatti, non è stata fatta alcuna chiarezza, in forma ufficiale, sugli ordini di servizio emanati a sostegno del lavoro da remoto e soltanto da un’indagine sommaria risulta che il regime di servizio riguarda appena due unità ”.
La sigla sindacale reputa “grave che solo a seguito delle sollecitazioni della UILPA relative all’applicazione del lavoro agile, l’amministrazione abbia chiesto al personale di fruire delle ferie residue del 2019; coloro che hanno già goduto delle ferie relative allo stesso anno non hanno ancora beneficiato della nuova organizzazione di servizio in regime di smart working. Nei giorni scorsi, il sindacato ha segnalato la vicenda alla Procura Generale della Repubblica di Palermo.
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