Non smettono di arrivare i colpi di scena nell’indagine Giano Bifronte sul presunto caso di corruzione nel Comune di Palermo. Ora il Tribunale ordina di riarrestare uno della presunta cricca all’indomani del rinvio a giudizio dei 10 indagati. Come si legge sul Giornale di Sicilia, il tribunale del riesame, in sede di appello, ha ordinato di riarrestare l’architetto Giuseppe Monteleone e ha disposto il divieto di andare a lavorare per l’ex consigliere comunale del Pd Giovanni Lo Cascio che aveva avuto il permesso di spostarsi ogni giorno da e per il suo ufficio di Trapani-Birgi. Le decisioni del Riesame però non saranno eseguite fino a quando non passeranno in giudicato visto che entrambi potrebbero ricorrere in Cassazione.

Si aggrava anche l’accusa su alcuni episodi di corruzione considerati più gravi rispetto a quanto aveva pensato il Gip. Monteleone avrebbe fatto parte di una cricca di dirigenti e burocrati comunali e di architetti liberi professionisti che avrebbero cercato di barattare favori e vantaggi economici in cambio delle spinte giuste per i piani costruttivi che stavano a cuore all’impresa Biocasa dell’imprenditore Giovanni Lupo, uno dei dieci mandati a giudizio lunedì sera dal Gup Ermelinda Marfia. Lo Cascio, già presidente della commissione Urbanistica del Consiglio comunale, sarebbe stato uno degli strumenti politici di cui la cricca si sarebbe servita. Tutti i dieci imputati nel processo si presenteranno davanti al giudice a gennaio 2021.

La prima udienza si svolgerà l’11 gennaio 2021, davanti alla terza sezione del tribunale del Capoluogo. Tra gli imputati l’ex dirigente Mario Li Castri, i suoi colleghi architetti Giuseppe Monteleone, pure lui dirigente comunale, l’architetto Fabio Seminerio, ex socio di Li Castri in uno studio di progettazione privato e Giovanna D’Attardi, libera professionista e moglie di Monteleone. A processo anche il costruttore Giovanni Lupo, titolare della Biocasa, l’impresa interessata alle speculazioni edilizie su tre ex aree industriali di Palermo, l’ex Keller e due stabilimenti di San Lorenzo e via Messina Marine. A processo pure gli ex consiglieri comunali Giovanni Lo Cascio (Pd), già presidente della commissione urbanistica dell’assemblea di Sala delle Lapidi e Sandro Terrani, consigliere di Italia viva. Nel procedimento anche il nome di Francesco La Corte, dirigente della Biocasa e l’ingegnere Agostino Minnuto, oltre alla stessa Biocasa come persona giuridica.