Tutti contro Lagalla, il candidato sindaco del centrodestra. E’ un fuoco di fila che non esclude nessuno degli avversari dopo l’arresto di Pietro Polizzi il candidato di Forza Italia accusato di voto di scambio politico mafioso e ripudiato, poche ore dopo, dalla stessa Forza Italia.
Le dichiarazioni non bastano
Per gli avversari, però, le dichiarazioni non bastano e Lagalla dovrebbe ritirarsi. va giù pesante l’ex presidente della Puglia Nicki Vendola. “Aveva detto Lagalla che avrebbe passato al setaccio le liste, deve cambiare setaccio. Il problema non è il setaccio, ma lui e chi lo ha voluto. Lagalla è lo strumento nelle mani di antichi burattinai” dice ai giornalisti l’esponente di Sinistra ecologia e libertà, a Palermo, per sostenere il candidato sindaco dell’area progressista Franco Miceli.
L’affondo di Boccia
“Chi ambisce a fare il sindaco di Palermo non può dire non conosco un candidato di una lista che ha firmato. Queste erano le scuse penose che venivano rappresentate nei momenti più tragici della storia palermitana. Non aver preso le distanze dalla cultura mafiosa rappresentata da molti suoi sostenitori è stata per Lagalla una scelta di campo. Oggi dice che non conosceva Pietro Polizzi, domani cosa dirà? Che non conosceva quelli che hanno avvicinato l’amministrazione per un appalto o per un servizio pubblico? Palermo ha bisogno di posizioni nette. O si sta di qua con la storia di Falcone e Borsellino e del riscatto sociale di Palermo o di là con chi non ricorda e non conosce” attacca Francesco Boccia, deputato PD e responsabile Regioni ed Enti locali della Segreteria nazionale.
Lagalla si ritiri
“Non è sufficiente – dice il candidato sindaco Rita Barbera – che Roberto Lagalla dichiari che non conosceva Polizzi, anche perché questa sua dichiarazione è il segno tangibile che ha deciso di ignorare il problema delle infiltrazioni mafiose nelle liste che lo appoggiano preferendo nascondere la testa sotto la sabbia piuttosto che porsi il problema di verificare chi fossero quelli che si metteva a fianco. Per amore della città, per rispetto dei familiari che ancora piangono i loro cari uccisi dalla violenza mafiosa, per rispetto di tutte le cittadine e i cittadini che ogni giorno rifuggono la logica mafiosa che continua a soffocare questa città, Roberto Lagalla deve fare l’unica cosa possibile: ritirarsi dalla competizione elettorale”.
Lagalla risponde a tutti senza eccezioni
“Respingo ogni tipo di addebito e di personale responsabilità per l’arresto” replica il candidato sindaco Roberto Lagalla alla candidata Rita Barbera. “C’è una lista – ha aggiunto – che fa parte della coalizione a mio supporto, che può essere di ispirazione anche da chi in passato ha sbagliato. Io sono un cattolico, garantista, ho il senso del valore della legalità. Sono imbarazzato per questo attacco personale da parte di Rita Barbera, ma non tanto per le accuse che si ricevono e ancor meno per gli inviti che si fanno. Certi inviti, infatti, appaiono a volte interessati, dal momento che nessuno parla di un’antimafia che oggi è alla sbarra. Quindi, confermiamo la nostra vicinanza alle forze dell’ordine, alla magistratura, alla memoria dei grandi eroi, ma è chiaro ed evidente che siamo tutti da una parte sola: dalla parte della giustizia”.
Risposte anche per Vendola
“Nichi Vendola, turista dell’antimafia millantante, – scrive invece su twitter con una battuta sarcastica all’ex presidente pugliese – parla per puro diletto, senza concetto. Come può qualsivoglia puparo tirare i fili di un pupo che fili non ha? Io sono un uomo libero e forte, se ne faccia una ragione”.
Il tema resta
Ma il grande tema resta in campo. Il tema dei veleni sparsi su questa campagna elettorale in mille modi. Veleni nelle dichiarazioni, veleni con i manifesti abusivi e anonimi, infamanti ma tollerati, veleni dai palchi dei comizi. E infine l’arresto di un candidato al 5 giorni dal voto
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