Caro Presidente Conte, a questo punto anche io voglio scriverle una letterina per Natale. Non si preoccupi, non le chiedo nulla in dono e nulla pretendo. La mia letterina è semplice e stringata. “Presidente, i bambini non si toccano”. E qui potrei fermarmi. Perché, caro Presidente Conte con quella stramba corrispondenza epistolare online con un bambino di cinque anni, lei sì che è entrato in piena zona rossa, per usare la terminologia in voga.

La sua è una zona rossa dalla vergogna. Non è un paragone il mio, ma solo un memento. Strumentalizzare i bambini ed i loro desideri per fini politici e di propaganda è una tecnica dal sapore reazionario ed antidemocratico. Non la accusa di niente. E non credo che il nostro Paese si trovi sull’orlo di un default democratico. Non credo al complottismo che la vuole a capo di un progetto pseudo dittatoriale nel segno del new world order. Per il semplice e inequivocabile motivo che immaginare un coup d’Etat firmato da Di Maio, Crimi e Casalino fa semplicemente ridere e richiama alla mente grottesche parodie all’italiane.

Ma c’è sempre un però nella vita. Sarà la mia mente deformata, sarà la mia passione per la storia ma quel suo post in risposta alla lettera del bimbo Tommaso Z. (il cui nome chissà perché evoca nei miei pensieri il signor Josef K.) mi ha tanto ricordato la Romania di Ceausescu con i bimbi festanti attorno al dittatore, i sorrisi di Josif Stalin abbracciato alle bambine russe ed anche le avanguardie giovanili di camice brune e marroni, tutte festanti attorno al leader. Ecco perché – e mi riferisco al fare propaganda politica – i bambini non si devono toccare. Perché è materia sensibile, è l’evocazione di un male assoluto che sfrutta la bontà e l’ingenuità dei minori.

Restano due o tre cosette da dire. Prima di tutto, la lettera che Lei, presidente Conte sostiene di aver ricevuto dal bambino è inverosimile. Arrivata, si dice, per pec… no comment. Quella lettera è paradossale ed inverosimile anche nella forma, prima ancora che nei contenuti, i quali sono pura apologia del dogma governativo. Altrettanto ridicola e grottesca è la sua risposta, caro Presidente. Si arroga il diritto di chiedere – seppur in tono scherzoso – l’autocertificazione a Babbo Natale? E chiede a questo piccolo genio di cinque anni di non sprecare la richiesta di un regalo al Babbo Natale, perché tanto a sconfiggere il Covid ci pensa lei?

Io sono convinto che lei stia operando al massimo delle possibilità e senza tregua. Ma una cosa è sicura: la consigliano male. Chiunque la abbia convinta a pubblicare quella presunta corrispondenza epistolare o è in mala fede o pensa che gli italiani siano tutti idioti.

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