E’ il giorno della riapertura della scuola, il più temuto e il più atteso degli ultimi anni, forse dell’ultimo secolo. Si ricomincia oggi anche se solo in minima parte. I più torneranno a scuola fra una settimana, il 14 settembre, anche se, grazie all’autonomia scolastica, ci sono istituti che riapriranno anche fra due settinane ovvero il 21 settembre. Il calendario scolastico impone, comunque, un limite. Tutte le scuole dovranno partire entro e non oltre il 24 settembre.

Da oggi, però, inizia il rientro a scuola dei bambini degli asili. Quelli pubblici tornano ad essere fruibili proprio da oggi nonostante mille dubbi e mille incertezze. Quasi nessuno dei dirigenti scolastici, invece, ha scelto di anticipare la partenza negli altri istituti.

A Catania il riavvio dell’anno scolastico, nel rispetto delle stringenti misure anti covid sul distanziamento, si preannuncia con poche criticità rispetto ad altre realtà dell’isola, soprattutto per quanto riguarda le scuole dell’obbligo di competenza comunale, secondo il comune etneo. Anche se i problemi ci sono.

Il primo tema per tutti è quello dell’edilizia  scolastica ‘leggera’, ovvero quegli interventi di adeguamento, ove possibile alle nuove norme, Una settentatina gli interventi che il Comune di Palermo ha annunciato di aver effettuato in altrettante scuole grazie ad un piano da 1 milioni e 800 mila euro.

A Catania, nel complesso poco più di 700 alunni, per un totale di 50 classi (meno del 3% del totale) dovranno essere sistemati appena saranno disponili i fondi che consentiranno al Comune di affittare i locali necessari, in aule di nuovo reperimento. L’Amministrazione comunale, insieme ai dirigenti scolastici, tuttavia, si sta adoperando per trovare soluzioni temporanee compatibili con l’attività scolastica, in gran parte già individuate, in attesa di quelle definitive che dipendono esclusivamente dai tempi del governo nazionale per trasferire i fondi necessari.

Il tema è stato al centro di uno degli incontri ‘frenetici’ di questi giorni “Abbiamo voluto questo incontro – ha detto l’assessore Mirabella – per continuare e aggiornare il lavoro avviato nei mesi scorsi, ancor prima dei decreti del governo, con l’obiettivo di predisporre al meglio il riavvio dell’anno scolastico per gli oltre 29 mila alunni delle scuole comunali, nel rispetto delle norme anticovid e delle esigenze esposte da dirigenti scolastici e insegnanti”.

L’assessore Mirabella ha spiegato che “nei pochi plessi comunali su cui esistono difficoltà, appena arrivati i fondi per gli interventi di adeguamento e di adattamento funzionale degli spazi e delle aule didattiche in conseguenza dell’emergenza sanitaria, si provvederà a contrarre locazioni transitorie di locali privati o delle parroccchie. Ovviamente, nella primissima fase e solo in queste pochissime scuole, si provvederà con soluzioni organizzative interne che stiamo valutando insieme ai dirigenti scolastici, tenuto conto che attualmente il governo si è limitato a richiedere, in tutta italia, una rilevazione dei “fabbisogni” per concedere finanziamenti per affitti e/o strutture modulari necessarie per avviare l’anno scolastico.

“Ci siamo ritrovati – ha affermato Lagalla – in un’esperienza assolutamente inedita, che possiamo affrontare al meglio solo con buon senso, prudenza, ascolto, rapporto con le famiglie, tracciabilità. Le lezioni non possono ripartire oltre il 24 settembre, perché ciò andrebbe a compromettere la validità dell’anno scolastico, ma ritengo che già dal 14 settembre si riuscirà a garantire un accesso il più ordinato possibile. La scuola avrà a disposizione nuovi fondi del ministero, che contribuiranno all’adeguamento alle norme anticovid, laddove non si dovesse esser pronti con i banchi monoposto sarà possibile fare ricorso a quello doppio a uso singolo, e inoltre in mancanza di distanziamento in un primo periodo, si potrà fare ricorso alle mascherine già a partire dai sei anni”.

“La giunta comunale – ha ricordato infine l’assessore Arcidiacono- in prospettiva, ha deliberato la riqualificazione di 15 edifici scolastici, con interventi di messa in sicurezza e prevenzione antincendio che prevedono un investimento di 5,7 milioni di euro dei fondi comunitari del Patto per Catania e altri tre milioni per riqualificare sette asili nido comunali”.

Ma la situazione non è semplice in giro per tutta la Sicilia “Ancora in queste ore, diversi enti locali stanno emanando avvisi per la ricerca di locali da adibire a classi in vista dell’apertura dell’anno scolastico prevista in Sicilia il prossimo 14 Settembre. Questo, nonostante la disponibilità manifestata dalla Conferenza episcopale di mettere a disposizione spazi parrocchiali per lo svolgimento dell’attività didattica e nonostante i fondi statali stanziati ed utilizzati per lavori di adeguamento e manutenzione dei locali già disponibili”  dicono i deputati regionali Marianna Caronia, Stefano Pellegrino e Carmelo Pullara, secondo i quali “a poco più di una settimana dall’avvio del nuovo anno scolastico, nelle scuole primarie e secondarie la situazione in Sicilia sembra di assoluto caos nonostante sia innegabile che da parte di tutti gli attori istituzionali coinvolti vi sia il massimo impegno”.

“Di fronte a questa situazione – continuano i tre deputati – chiediamo al Governo regionale ed in particolare all’Assessore Lagalla di chiarire alle famiglie e ai dirigenti scolastici quale sia il quadro reale della situazione fornendo cifre e dati oggettivi e tangibili. Non crediamo sia possibile caricare sulle spalle dei singoli dirigenti la responsabilità di decidere sull’inizio dell’anno scolastico, il cui calendario non può essere frammentato.
Crediamo sia necessario non fare alcuna forzatura per una apertura che se fosse frettolosa potrebbe determinare situazioni come quella francese, dove a quattro giorni dall’inizio dell’anno scolastico sono già centinaia le scuole e le classi chiuse per casi di contagio”.

“Suggeriamo quindi – concludono Caronia, Pellegrino e Pullara – di valutare attentamente modalità di avvio dell’attività didattica, al fine di coniugare esigenze di prosecuzione della crescita culturale dei nostri giovani con quelle della tutela della salute, prevedendo se necessario forme miste di didattica in presenza e a distanza o solo a distanza se al momento non vi fossero condizioni di sicurezza per studenti, docenti e personale delle scuole”.

Articoli correlati