A causa dell’emergenza Covid, tante attività rischiano di fallire in tempi strettissimi, tra queste anche quelle legate al settore wedding. Il lockdown ha portato al rinvio e all’annullamento di molti matrimoni e le risorse economiche di molti titolari di partita iva sono quasi esaurite. In parecchi non riapriranno più i loro negozi.
Tutti i settori sono fortemente compromessi c’è anche quello dei fotografi. Ad essa si accomuna l’intero indotto che lavora sui matrimoni: wedding planner, operatori video, fioristi, musicisti, negozi di bomboniere, noleggio auto, negozi di abiti da sposa, catering e strutture che lavorano quasi esclusivamente in questo settore.
“Se si continuano a rispettare le regole del distanziamento sociale e dovranno essere indossati guanti e mascherine, come si concilia ciò con l’idea del matrimonio, festa per eccellenza?”, si chiede la categoria. Non sarà certo la data del 18 maggio a cambiare la situazione dei fotografi matrimonialisti in quanto qualsiasi forma di assembramento e scambio fisico saranno di fatto azzerati con tutti gli eventi religiosi e non che prevedono la presenza di un fotografo e degli operatori video che ne immortalino il ricordo.
La categoria sta iniziando adesso a farsi sentire e a chiedere forme di sostegno economico che vadano oltre i mesi di chiusura delle attività al dettaglio. “Sollecitiamo le forze politiche ad aiutarci e dare certezze al nostro futuro, già fortemente compromesso prima dell’avvento della pandemia”, dicono in una nota nella quale si chiedono f finanziamenti a fondo perduto, la sospensione per un anno di ogni tipo di tassazione, misure a sostegno degli affitti, e condono delle ultime mensilità. Tra le altre misure richieste dai fotografi matrimonialisti, il prolungamento del bonus di 800 euro sino a dicembre 2020.
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