l'europarlamementare commenta lo scoop di "fuori dal coro"

Covid19 e vaccinazione fragili, Donato “Chiarimento dall’Aifa o dimissioni vertici”

“Le responsabilità sulla gestione del Covid non riguardano solo la strategia di contenimento ma anche le politiche sui vaccini. Stanno emergendo gravi responsabilità da parte dell’Aifa che debbono obbligare i vertici dell’Agenzia ad un immediato chiarimento se non alle dimissioni”: così l’europarlamentare della Democrazia Cristiana Francesca Donato.

“Fragili vaccinati senza certezza su efficacia e sicurezza dei vaccini”

“I documenti mostrati ieri sera dalla trasmissione televisiva ‘Fuori dal Coro’ – continua Donato – fanno emergere chiaramente che all’Aifa erano consapevoli che si stavano vaccinando i soggetti più fragili senza avere alcuna certezza sull’efficacia e la sicurezza dei vaccini”.

“Adesso smentita o dimissioni responsabili vicenda”

“Il Governo e l’Agenzia hanno un dovere di trasparenza e correttezza nei confronti dei cittadini e dunque mi aspetto o una smentita o una presa di responsabilità che deve portare immediate dimissioni dei responsabili di questa vicenda” conclude l’eurodeputata.

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La trasmissione di inchiesta

La trasmissione di inchiesta Fuori dal Coro, condotta da Mario Giordano, è tornata ieri sera ancora una volta a trattare la questione dei vaccini Covid19. La campagna vaccinale, come ricordiamo tutti, partì proprio con un accorato appello affinché si vaccinassero urgentemente i fragili, cioè anziani, cardiopatici e persone con altre patologie. I giornalisti della trasmissione avrebbero scoperto che non non ci sarebbe mai stata una prova dell’efficacia dei vaccini per il covid sulle persone fragili.
A dimostrarlo ci sarebbe uno scambio di mail interno, riservato, della stessa Agenzia del Farmaco Italiana, datato 15 gennaio 2021, che testualmente cita “attenzione, i pazienti fragili rientrano tra le popolazioni non studiate“, seppur non si conoscano i due (o più) interlocutori, probabilmente tra le fonti originali della notizia scoperta dalla trasmissione.

L’esposto di Donato nel gennaio scorso

La campagna vaccinale in Italia sarebbe stata avviata ignorando le indicazioni dell’Agenzia europea del farmaco (Ema) sulla natura dei vaccini e la necessità della prescrizione medica. E’ questa la tesi di fondo dell’esposto che Francesca Donato ha presentato a fine gennaio dell’anno scorso alla Procura di Roma, una denuncia che attacca al cuore l’impianto della campagna vaccinale in Italia.

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L’attacco a ministero, Aifa e Governo

“Il ministero della Salute e l’Aifa – aveva spiegato la deputata europea, da sempre contraria alle modalità di gestione della pandemia da parte del governo italiano – non potevano non essere a conoscenza delle indicazioni fornite dall’Ema sui vaccini attualmente in commercio e la richiesta della prescrizione medica disposta per gli stessi. L’agenzia europea del farmaco ha ribadito a più riprese che i vaccini sono stati autorizzati in via condizionata perché allo stato non è confermata né l’efficacia né la sicurezza di questi sieri inoltre l’Ema ha sempre sottolineato che le quattro sostanze attualmente sul mercato sono state autorizzate esclusivamente per la prevenzione della malattia Covid-19 ma non per la prevenzione dell’infezione con il virus Sars-CoV-2″.
Per Francesca Donato l’esplosione incontrollata dei contagi dimostra – aveva dichiarato presentando l’esposto – “che la campagna vaccinale in Italia si regge su un grave falso ideologico secondo cui il vaccino previene l’infezione. Un falso che è stato messo nero su bianco dal governo e che è stato propagandato attraverso la comunicazione istituzionale inducendo la popolazione ‘vaccinata’ in una falsa sicurezza”.
Nell’esposto presentato alla procura di Roma era stato individuato anche un altro vulnus della campagna vaccinale italiana e cioè la mancata prescrizione medica: “Nelle indicazioni fornite alle Asl ed a tutti i soggetti coinvolti nella campagna vaccinale – aveva proseguito Donato – il Ministero della Salute e l’Aifa hanno omesso di precisare la necessità di prescrizione medica per la somministrazione dei cosiddetti vaccini privando così ogni cittadino di un fondamentale strumento di garanzia per la sua salute, ovvero del parere di un medico rispetto alla necessità, sicurezza e opportunità di somministrare un farmaco senza considerare le condizioni personali del soggetto”.

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