Pandemia e scuola, mentre salgono i contagi è caos sulla ripresa delle lezioni in presenza in Sicilia.
Sindaci disorientati e presidi preoccupati chiedono di rinviare il suono della campanella in attesa che la curva del contagio inizi a scendere. In apprensione anche i genitori.
Ne abbiamo parlato con una speciale diretta in occasione di TalkSicilia, il programma di approfondimento di BlogSicilia, con Patrizia Roccamatisi, dirigente scolastico dell’istituto comprensivo statale “Margherita di Navarra” di Pioppo, frazione di Monreale, in provincia di Palermo.

La task force riunita

E’ il giorno della decisione sulla riapertura della scuola in Sicilia a partire da domani, è infatti riunita la task force che dovrà valutare se sia opportuno far rientrare i ragazzi a scuola.
L’assessore Lagalla, nei giorni scorsi, ha parlato della possibilità di un ulteriore slittamento di due giorni, così si tornerebbe in classe a partire da lunedì 17 gennaio. Ma la scuola, è pronta ad accogliere nuovamente i ragazzi?
“La possibilità di un ulteriore slittamento di due giorni – dice Roccamatisi – non credo sia la soluzione per il contenimento della pandemia. Noi dirigenti lavoriamo in situazione estrema già da due anni, ci siamo organizzati per il rientro con tutte le nostre forze e competenze ma sono pienamente convinta che non ci siano le condizioni per ripartire lunedì. La priorità è la sicurezza di tutti, e noi dirigenti, in questo momento, non abbiamo i dati di positività accertati e segnalati dall’Asp ma solamente sporadici casi segnalatici dai genitori. Nella mia scuola abbiamo molti alunni e famiglie positivi e anche parecchi docenti. L’altro ieri ho fatto una riunione con i docenti referenti Covid19 per condividere proprio le modalità del rientro a scuola e soprattutto per la gestione dei casi di positività alla luce delle recenti indicazioni ministeriali. Intanto aspettiamo la fornitura delle mascherine Ffp2 che ad oggi ancora non è avvenuta…”.

Genitori preoccupati

Genitori preoccupati, soprattutto quelli degli alunni più fragili – ce ne siamo occupati proprio ieri su BlogSicilia – chiedono, in buona sostanza, di prevedere la didattica a distanza per tutto il mese di gennaio. Lo conferma la preside. “I genitori – racconta – sono molto preoccupati per le decisioni del Governo. Tutti sappiamo che la dad comporta delle problematiche legate alla socializzazione dei ragazzi, e li costringe a stare immobili davanti al pc. Però sono d’accordo in questo momento con i genitori. Le condizioni in cui i bambini si vengono a trovare in una classe affollata non permettono di stare sicuri dal punto di vista del contagio. In alcune classi ci sono tantissimi alunni e il fatto di dover tenere le finestre aperte crea altri danni, se non il Covid, la polmonite. Io invito e sollecito i genitori a vaccinare i propri figli perché è l’unica arma che abbiamo per sconfiggere il Covid o comunque cautelarci dagli effetti dannosi.
Ho già fatto richiesta alla direzione sanitaria dell’Asp per gli hub vaccinali presso le scuole in modo anche da incentivare i genitori a vaccinare i figli. Ai genitori degli alunni più fragili dico che gli sono molto vicina.
Tutto questo va a sommarsi allo stress e spesso anche alla solitudine della loro quotidianità”.

200mila classi in dad entro una settimana

Guardando i contagi, i presidi hanno previsto 200mila classi in dad entro una settimana. Il dato è stato fornito da Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi. Cosa significherebbe tutto questo per il mondo della scuola?
“Non si può prevedere un rientro in sicurezza – precisa Roccamatisi – senza un monitoraggio fatto a priori e uno screening con tamponi prima del rientro a scuola. Il rischio che si corre è che la situazione sfugga di mano. Abbiamo molti docenti e studenti positivi e un effetto moltiplicatore dei contagi porterà alla chiusura totale della scuola. Quello che non farà il Governo lo farà la pandemia…”.

La posizione del ministro Bianchi

Intanto il ministro Bianchi tira dritto e ha molto insistito sulla necessità di tornare subito a scuola, definita, (come dargli torto?), “punto di riferimento della comunità”. Ma quando la scuola sarà davvero sicura?
La preside commenta: “Sono d’accordo con quanto affermato dal ministro, la scuola è e deve essere al centro della comunità perché dà senso e valore alla formazione dei nostri ragazzi. Ma questo avviene soltanto quando la scuola è al sicuro. E io credo che in questo momento la scuola non lo sia. Sappiamo bene che i contagi possono avvenire in classe. Molti alunni del primo ciclo d’istruzione non sono vaccinati. Avrebbe senso la riapertura tra qualche settimana proprio per far sì che aumenti la copertura vaccinale. Potremmo dare la possibilità ai genitori di vaccinare i propri figli”.

Il personale scolastico mancante

C’è poi la questione del personale scolastico mancante perché contagiato o in quarantena che le scuole devono affrontare. “Al rientro – osserva Roccamatisi – sarà dura tra docenti sospesi perché non hanno adempiuto all’obbligo vaccinale o assenti perché contagiati. Ogni giorno chiamiamo i docenti per le supplenze ma è difficile reperire personale che sostituisca o perché i docenti sono già contagiati o perché, presumibilmente, rifiuteranno la supplenza in quanto non vogliono esporsi al rischio contagio in una classe affollata. Quest’anno, tra l’altro, abbiamo anche avuto un taglio dell’organico Covid, con rescissione del contratto a dicembre e poi proroga a marzo”.
E ancora: “I docenti sono molto preoccupati. Riaprire la scuola in presenza significherebbe favorire l’aumento dei contagi”.

La battaglia sul futuro dei ragazzi a scuola

Il Tar riapre la scuola in Italia, sospese le ordinanze di chiusura disposte dalla Regione Campania, ad esempio, e da molti sindaci. Insomma, sul futuro dei nostri ragazzi a scuola è anche battaglia.
“E’ vero – aggiunge la preside -, il Tar riapre la scuola dimenticando forse che la scuola è già stata messa a dura prova dalla pandemia. E’ anche una vicenda di mediazione tra le parti politiche. Ma il piano politico non si incontra a mio avviso con quello dei docenti in prima linea. Bisognerebbe ascoltare di più il mondo della scuola e chi ogni giorno, da due anni, lavora con impegno per il futuro dei ragazzi”.

L’augurio agli studenti

Certamente per gli studenti, ma non solo, è anche un periodo di smarrimento. A tal proposito Roccamatisi conclude: “Questo periodo sta creando tanto disagio, sia dal punto di vista della socialità mancante che dal punto di vista psicologico. Abbiamo avuto ragazzi con forme di depressione e disagio esistenziale che nelle scuole stiamo affrontando con l’aiuto di esperti. Io posso dire ai ragazzi di vivere questo momento con fiducia verso un futuro migliore perché comunque la scienza sta lavorando per metterci al sicuro. Li invito a cercare di trasformare questa esigenza in opportunità per diventare più autonomi e consapevoli“.

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