Sono 6.452 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 39.283 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 8.631. Il tasso di positività sale al 16,4% al ieri era al 15,5%.
Le vittime, i guariti, gli attuali positivi
L’isola è al nono posto per contagi. Gli attuali positivi sono 258.176 con un aumento di 3.519 casi. I guariti sono 3.189 mentre le vittime sono 36 e portano il totale dei decessi a 8.658.
La situazione negli ospedali
Sul fronte ospedaliero sono 1.607 ricoverati, con 7 casi in meno rispetto a ieri; in terapia intensiva sono 140, con 8 casi in meno rispetto a ieri.
La situazione nelle singole province
Sul fronte del contagio nelle singole province Palermo con 1.414 casi, Catania 1.595, Messina 801 Siracusa 834, Trapani 312, Ragusa 671, Caltanissetta 438, Agrigento 544, Enna, 135.
Niente più restrizioni per i vaccinati
Addio alle restrizioni Covid19, almeno per i vaccinati, l’Italia comincia progressivamente a riaprire alla luce del calo dei contagi e delle vaccinazioni.
Niente più restrizioni per i vaccinati, anche in zona rossa, green pass con durata illimitata per chi ha completato il ciclo vaccinale ma anche per chi ha fatto solo due dosi di vaccino ed è guarito dal Covid19, quarantena a scuola da 10 a 5 giorni e solo per i non vaccinati, Didattica a distanza che scatta da cinque casi in su per nidi, materne ed elementari, stranieri che potranno accedere ad alberghi e ristoranti anche se hanno solo il pass base.
Il governo cambia rotta
A distanza di un mese dall’ultimo decreto, il Governo rivoluziona nuovamente le regole anti Covid19 ma stavolta l’obiettivo, grazie alle vaccinazioni e sulla base dei dati che indicano da giorni il calo della curva dei contagi, è quello di garantire ancora maggiore libertà a chi ha seguito le indicazioni e si è vaccinato, semplificare le regole, ridurre le restrizioni e riaprire l’Italia nelle prossime settimane.
Nuove regole dal 7 febbraio
Il decreto con le nuove norme entrerà in vigore il giorno dopo la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, dunque nelle prossime ore, in modo che sia operativo per lunedì 7 febbraio.
Nulla cambia invece per il lavoro da remoto: “Sullo smart working restano vigenti i provvedimenti attuali, nessuna modifica dal Cdm”, precisa il ministro Roberto Speranza.
Scuola, cambia tutto
L’intervento più importante, come era stato ampiamente annunciato, è quello sulla scuola, dove la babele di regole ha creato problemi e disagi a migliaia di famiglie e mandato nel caos il sistema scolastico anche se il ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi rivendica, dati alla mano, ciò che è stato fatto finora, che ha consentito di avere “l’81,3% degli alunni, il 92% dei docenti e il 93,2% del personale tecnico amministrativo in presenza”. Ora però si cambia poiché, aggiunge, “stiamo marciando verso una nuova normalità”. Nella bozza si prevede di dimezzare la durata della Dad, che passa da 10 a 5 giorni in tutte le scuole di ogni ordine e grado e rimarrà solo per i non vaccinati, ad eccezione della fascia 0-6 anni, nella quale non è autorizzata la vaccinazione. La differenza, dunque, è che negli asili nido e nelle scuole dell’infanzia, tutti i bambini rimarranno a casa quando in classe ci sono 5 o più casi di positività al Covid e non più alla presenza di un caso come avviene oggi.
Alle elementari, medie e superiori, invece, la didattica a distanza scatterà solo per i non vaccinati: alle primarie, così come per la fascia 0-6, dal quinto caso in su, alle secondarie dal secondo in poi. Chi resta in classe e ha più di sei anni dovrà utilizzare le mascherine FFp2 mentre a nidi e infanzia, dove per i bimbi non c’è obbligo di dispositivi di protezione, ad usare le Ffp2 saranno solo i docenti. Il decreto introduce un’ulteriore novità, i tamponi ‘fai da te’ per scuole dell’infanzia ed elementari. Fino a 4 casi, infatti, si rimane tutti in classe, ma se un bambino dovesse mostrare sintomi del virus, dovrà sottoporsi ad un tampone, molecolare, antigenico oppure “autosomministrato”. In caso quest’ultimo desse esito negativo, per rientrare in classe basterà l’autocertificazione. Chi, invece, va in quarantena, in ogni ordine e grado d’istruzione, per tornare a scuola dovrà fare un tampone antigenico o molecolare e non avrà bisogno del certificato medico.
Niente più divieti per i vaccinati
Un’altra misura che rivoluzionerà radicalmente le regole con cui gli italiani hanno vissuto per mesi è quella che modifica le restrizioni in zona rossa. Le fasce di colore rimarranno ma anche in quelle Regioni che dovessero finire in rosso non ci saranno più divieti per chi ha completato il ciclo vaccinale, come già avviene di fatto in zona gialla e arancione. Le restrizioni rimarranno invece per i no vax.
Green pass senza limiti
Dopo aver ridotto la durata del certificato da 9 a 6 mesi – a differenza di quel che accade nel resto d’Europa – il governo torna sui suoi passi per risolvere un problema che si sarebbe posto a metà marzo quando migliaia di italiani, poiché hanno fatto il booster a metà settembre e non essendo autorizzata la quarta dose, si sarebbero veduti scadere il green pass e non avrebbero potuto accedere ad attività e servizi pur avendo rispettato le indicazioni del governo. La bozza del decreto prevede dunque che, per chi ha completato il ciclo vaccinale e anche per chi si è contagiato e è guarito dopo essersi vaccinato, il pass ha validità “senza necessità di ulteriori dosi di richiamo”. Dunque, illimitata. Per chi, invece, si è contagiato dopo la prima dose, il certificato varrà 6 mesi.
Turisti in hotel e ristoranti con green pass base
Con il provvedimento si risolve anche un problema sollevato nei giorni scorsi dal mondo del turismo: fino ad oggi, infatti, gli stranieri potevano entrare in Italia con il pass base ma non alloggiare in hotel o mangiare al ristorante o accedere a tutte quelle attività per le quali è previsto il pass rafforzato, che all’estero non esiste. Dall’entrata in vigore del provvedimento, chi è vaccinato e guarito da meno di 6 mesi, potrà accedervi con il pass base. Chi invece ha un certificato di guarigione o vaccinale da più di sei mesi – compresi quelli ottenuti con Sputnik o con altri vaccini non autorizzati dall’Italia – dovrà mostrare l’esito negativo di un tampone effettuato 48 ore prima se antigenico o 72 se molecolare. Tampone che non è obbligatorio se si è guariti dopo aver completato il ciclo di vaccinazione.
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