Sono 7.034 i nuovi casi di Covid19 Siciliani registrati a fronte di 36.476 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 1.961. Il tasso di positività sale al 19,2% mentre ieri era al 18%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

L’isola è oggi al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 127.549 con un decremento di 6.236 casi. I guariti sono 13.841 mentre le vittime sono 29 portano il totale dei decessi a 10.406.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 943, 43 in meno rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 48, quattro in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 1.677 casi, Catania 1.540, Messina 1.054, Siracusa 836, Trapani 688, Ragusa 473, Caltanissetta 333, Agrigento 753, Enna 280.

Covid: Sebastiani sale percentuale positivi a test molecolari

Aumenta il numero di regioni nelle quali si rileva un trend di aumento della percentuale dei positivi ai test molecolari e dei ricoveri nei reparti ordinari: lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Per quanto riguarda la percentuale dei positivi ai test molecolari, “alle quattro regioni già segnalate con trend di aumento (Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana), si aggiungono Emilia Romagna, Marche e provincia autonoma di Trento”. Circa l’occupazione dei reparti ordinari, Sebastiani rileva che “a Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Piemonte, che già mostravano un trend di crescita, si aggiungono Abruzzo, Basilicata, Trento e Valle d’Aosta, mentre oscillano Lazio, Molise e Sardegna”.

Covid: Sebastiani, in crescita anche i ricoveri nei reparti ordinari

Aumenta il numero di regioni nelle quali si rileva un trend di aumento della percentuale dei positivi ai test molecolari e dei ricoveri nei reparti ordinari: lo indicano le analisi del matematico Giovanni Sebastiani, dell’Istituto per le Applicazioni del Calcolo ‘M.Picone’, del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr). Per quanto riguarda la percentuale dei positivi ai test molecolari, “alle quattro regioni già segnalate con trend di aumento (Lazio, Liguria, Piemonte e Toscana), si aggiungono Emilia Romagna, Marche e provincia autonoma di Trento”. Circa l’occupazione dei reparti ordinari, Sebastiani rileva che “a Emilia Romagna, Friuli Venezia Giulia, Liguria e Piemonte, che già mostravano un trend di crescita, si aggiungono Abruzzo, Basilicata, Trento e Valle d’Aosta, mentre oscillano Lazio, Molise e Sardegna”.

Covid: Fiaso, ancora giù i ricoveri,-5,3% in reparti ordinari

Per la seconda settimana consecutiva i ricoveri per Covid nei reparti ordinari segnano un calo del 5,3% e nelle rianimazioni si osserva una riduzione del 6,9%, “ma il 100% dei pazienti ha comorbidità” e “il 30%, pur affetto da altre patologie, è no vax”: è quanto emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (Fiaso).

“Prosegue il trend di discesa del numero dei pazienti ospedalizzati in aree Covid, che già la scorsa settimana si era ridotto dell’1%: nel periodo 12-19 aprile si registra una diminuzione più netta pari al 5,3%”, rileva la Fiaso. “Nelle rianimazioni – prosegue la nota – dopo una settimana di sostanziale stabilità, la quota di pazienti ricoverati è scesa del 6,9%”. Secondo la Fiaso è “da evidenziare la situazione in terapia intensiva relativa ai pazienti fragili”, dove “il 100% dei ricoverati per Covid, dunque con sintomi respiratori e polmonari, è affetto da altre gravi patologie”. Dal rapporto emerge inoltre che “circa il 30% dei pazienti in rianimazione, pur con significative comorbidità, è no vax”. Tra i vaccinati, invece, “il 55% lo è da oltre 4 mesi”. Alla luce di questi dati, il presidente della Fiaso, Giovanni Migliore, osserva che “siamo in una fase di calo dei ricoveri piuttosto netto. L’inversione di tendenza nell’andamento dei ricoveri, un po’ incerto nella settimana scorsa, ha preso consistenza”.

Covid: Fiaso, nelle terapie intensive pazienti che hanno altre patologie

Il presidente della Fiaso rileva inoltre che “il dato in declino in tutte le tipologie di ricoverati è un segno piuttosto evidente” e che “la presenza nelle terapie intensive di pazienti che, nel 100% dei casi, soffrono di altre patologie, pone tra le priorità il tema della quarta dose per i fragili”. In proposito Migliore rileva che “a oggi l’adesione è ancora scarsa, solo un paziente su 10 tra gli immunocompromessi ha fatto il secondo booster vaccinale su una platea di oltre 800mila che ne avrebbero bisogno.

A consigliare la necessità della quarta dose – prosegue – non sono solo i dati scientifici sul calo della protezione vaccinale dopo 120 giorni, ma anche i ricoveri in rianimazione: nei nostri reparti intensivi arrivano adesso solo i soggetti fragili. Sono i più a rischio di sviluppare le conseguenze più gravi della malattia”. Per questo, conclude, “è fondamentale avviare la campagna per la quarta dose in maniera massiccia e procedere con la chiamata attiva di tutti i pazienti in carico presso le strutture sanitarie e ospedaliere per invitarli alla vaccinazione”.

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