- Con la nuova emergenza Covid19 il 118 si scopre insufficiente
- Le ambulanze non bastano
- Protesta del sindacato degli infermieri
Potenziare le ambulanze del 118 e il personale a bordo per far fronte al boom di interventi a causa dell’aumento di nuovi contagi. È la richiesta avanzata dal coordinamento regionale del sindacato Nursind, che ha registrato in tutta l’Isola migliaia di interventi ogni mese con importanti medie giornaliere in tutte le province.
L’appello-protesta del sindacato degli infermieri
“I medici, gli infermieri e gli autisti soccorritori – scrive il Nursind in una nota inviata all’assessorato regionale alla Salute – non si sono mai sottratti ai pesanti carichi di lavoro durante pandemia. E continuano a operare con grande senso del dovere e sacrificio di fronte alla nuova impennata dei contagi. I pazienti vanno continuamente assistiti e accompagnati in ambiente ospedaliero anche fuori provincia di appartenenza. Ogni trasporto prevede l’utilizzo di un mezzo di soccorso avanzato con medico e infermiere o di un mezzo base con autista e soccorritore. Ogni mese si effettuano centinaia di interventi con importanti medie giornaliere in tutte le province. Chiediamo quindi il potenziamento della rete delle ambulanze 118 e l’aumento dei mezzi di soccorso con la presenza costante dell’infermiere a bordo, per innalzare la qualità dei servizi offerti e garantire il diritto alla salute di tutti i cittadini”.
Già ricomparse le code di ambulanze in attesa
Già dopo ferragosto negli ospedali della provincia di Palermo erano ricomparse le tristi e terribili scene delle ambulanze messe in fila all’ingresso del nosocomio, in attesa che il soggetto contagiato venga trasferito all’interno dell’ospedale per le necessarie cure. Il primo caso all’ospedale di Partinico.
Pazienti con caratteristiche diverse
Secondo quanto si apprende dal personale sanitario i contagiati che si stanno presentando in questi giorni al nosocomio partinicese non hanno una ben precisa caratteristica. Le Tac polmonari evidenziano polmoniti di vario stadio, spesso gravi, anche tra persone giovani, tra i 18 e i 60 anni, molti di loro anche senza patologie importanti.
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