Sono 1.551 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 8.844 tamponi processati in Sicilia secondo il bollettino di ieri. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 1.776. Il tasso di positività sale al 17,5%, il giorno precedente era al 7,6%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al quarto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 52.562 con un aumento di 858 casi. I guariti sono 1.022 mentre le vittime sono 6 e portano il totale dei decessi a 11.121.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 625, 35 in più rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 26, quattro in più rispetto al giorno prima.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 772 casi, Catania 528, Messina 93, Siracusa 131, Trapani 84, Ragusa 52, Caltanissetta 52, Agrigento 85, Enna 19.

Rischioso pensare di togliere l’isolamento

E’ necessario definire la nuova fase di ‘normalità’, “con una nuova campagna di comunicazione che definisca chiaramente come utilizzare le mascherine e il distanziamento, le regole per lo screening e l’isolamento”: lo rileva il virologo Francesco Broccolo, dell’Università di Milano Bicocca. “Va chiarito che cosa sia questa nuova normalità: quanti malati siamo disposti ad avere al giorno e quanti morti siamo disposti ad accettare”, ha detto l’esperto all’ANSA.

“In questo momento – osserva – sarebbe rischioso e presuntuoso, da parte dei decisori politici, pensare di togliere isolamento”. Il virologo rileva infatti che “il virus si sta evolvendo: la sottovariante BA.5 sta sostituendo la BA.2 e l’Italia si avvia a uno scenario simile a quello del Portogallo, dove attualmente la BA.5 è responsabile dell’85% dei casi. Anche in Francia e in Gran Bretagna stanno aumentando i ricoveri nei reparti” ordinari”, aggiunge. “In questo momento andrebbero definiti gli obiettivi della nuova normalità, per esempio quanti casi e quanti decessi da Covid-19 il nostro Paese è disposto ad avere”.

Va inoltre chiarito che cosa significa che attualmente il virus SarsCoV2 provoca una malattia lieve: “su questo c’è un grande punto interrogativo perché studi in vitro mostrano che non è così. Il motivo per cui i sintomi sono in gran parte lievi potrebbe essere nel fatto che la popolazione è super immunizzata”. Va poi chiarito il significato di ‘endemia’: “è un termine che indica che il virus circola normalmente, ma generalmente un virus endemico si ripresenta a intervalli regolari, come l’influenza. E’ un termine che indica come il virus sia localizzato, ma non deve far credere che non sia un problema: basti pensare che in Africa il virus Hiv responsabile dell’Aids è endemico”. Andrebbero infine “definite le strategie perché i farmaci antivirali oggi disponibili siano utilizzati al meglio. Per esempio – rileva – sappiamo che nei pazienti immunodepressi l’infezione può essere persistente anche per mesi e dare origine a nuove sottovarianti, oltre che a un decorso infausto della malattia”. Tutti questi aspetti, conclude l’esperto, “vanno affrontati adesso, non in autunno”.

Pregliasco, ‘siamo a metà nuova ondata, picco a fine luglio’

“Siamo nel mezzo della nuova ondata di Covid-19 ed il picco sarà a fine luglio. Con Omicron5 non basta aver fatto 3 dosi di vaccino e aver avuto il Covid”. Lo afferma il virologo dell’Università Statale di Milano Fabrizio Pregliasco a Un Giorno da Pecora su Radio1, consigliando di indossare comunque le mascherina anche al mare nei momenti di affollamento. Del Covid, sottolinea l’esperto, “bisognerà preoccuparsene ancora per un po’, purtroppo bisogna farlo perché la sua elevatissima contagiosità, è ben superiore a morbillo e varicella. Omicron5 rialza e rialzerà i casi, continueremo ad averne di gravi, seppur in modo proporzionale”. Per non esser contagiati da Omicron 5, rileva, “non basta aver avuto il Covid e l’avere fatto tre dosi”. Quanto al fatto che secondo alcuni il Covid sia ormai paragonabile ad una semplice influenza, “diciamo che Omicron 5 è quattro volte tanto un’influenza forte” afferma Pregliasco. Ora, aggiunge, “siamo a metà strada” di una nuova ondata pandemica: “il picco ci sarà verso fine luglio”. Riferendosi infine alle mascherine, “vanno indossate nei momenti di affollamento prima di andare sulla battigia, ad esempio all’ingresso degli stabilimenti”, conclude il virologo. (ANSA).
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