Sono 2.771 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 17.709 tamponi processati in Sicilia. Il giorno precedente i nuovi positivi erano 3.000. Il tasso di positività sale al 15,6% ieri era al 14,7%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è al settimo posto per contagi. Gli attuali positivi sono 112.760 con un decremento di 24 casi. I guariti sono 3.054 mentre le vittime sono 14 portano il totale dei decessi a 10.688.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 761 24 in meno rispetto al giorno precedente, in terapia intensiva sono 38, due in meno rispetto a ieri.

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 711 casi, Catania 599, Messina 312, Siracusa 303, Trapani 332, Ragusa 234, Caltanissetta 199, Agrigento 290, Enna 64.

Covid: Iss, mortalità non vaccinati fino a 8 volte maggiore

Il tasso di mortalità per Covid-19 in Italia per i non vaccinati (36 decessi per 100.000 abitanti) risulta circa otto volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster (5 decessi per 100.000 abitanti). Questo quanto emerge dal rapporto esteso dell’Istituto superiore di sanità per la popolazione sopra i 5 anni nel periodo 11 marzo-10 aprile. Il tasso di ricoveri in terapia intensiva (periodo 18 marzo-17 aprile) di circa cinque volte più alto rispetto ai vaccinati con dose aggiuntiva/booster e circa quattro volte più alto per le ospedalizzazioni.

Reinfezioni Covid salgono al 5%, quasi 400mila da agosto

Nell’ultima settimana “la percentuale di reinfezioni Covid sul totale dei casi segnalati risulta pari al 5%, in aumento rispetto al 4,5% della settimana precedente”. Questo quanto emerge dal rapporto esteso dell’Istituto superiore di sanità. Dal 24 agosto 2021 al 4 maggio 2022 sono stati segnalati 397.084 casi di reinfezione (3,3% del totale dei casi notificati) con un aumento del rischio dovuto alla diffusione di Omicron. Donne, operatori sanitari e fascia tra 12 e 49 anni si confermano i più esposti, come chi ha avuto la prima diagnosi da oltre 210 giorni, nei non vaccinati o vaccinati con almeno una dose da oltre 120 giorni.

Presidente Fnomceo, 15.000 medici hanno sofferto di burnout

“Oltre 16 milioni di cittadini che si sono infettati hanno costituito uno stress notevole del sistema, che si è fatto trovare non preparatissimo, perché le politiche pre-Covid erano caratterizzate da tagli, carenze e riduzioni di personale”. Lo ha detto Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli Ordini dei medici, partecipando a Pistoia all’incontro ‘Lo stato della professione medica, l’impatto del Covid sul comparto sanitario e le prospettive della categoria dopo due anni di gestione pandemica di fronte a tante sfide per rinnovare e rafforzare tutto il Ssn’. “I medici – ha aggiunto Anelli – si sono rimboccati le maniche e hanno fatto il loro dovere, hanno pagato un prezzo altissimo, con 374 medici che sono morti per il Covid, molti si sono ammalati, oltre 15mila hanno sofferto della sindrome da burnout, ossia depressione, ansia e disturbi del sonno”. “E poi i carichi di lavoro sono diventati notevolissimi, al punto che larga parte dei medici oggi denuncia di non riuscire a fare le ferie, di fare più ore di lavoro e soprattutto di non avere più tempo per la famiglia e per le proprie esigenze private. Credo che questo – ha detto ancora Anelli – debba essere considerato oggi dallo Stato, ma soprattutto dalle Regioni. Serve un investimento straordinario nei confronti dei medici, che ridia dignità al lavoro, ma allo stesso tempo consenta di avere più professionisti, che determinano poi il vero e proprio rispetto di quei principi costituzionali, tra cui anche il diritto alla salute”.

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