Sono 6.550 i nuovi casi di Covid19 registrati a fronte di 34.358 tamponi processati in Sicilia. Ieri i nuovi positivi erano 1803. Il tasso di positività sale al 19% mentre ieri era al 14,4%.

Le vittime, i guariti, gli attuali positivi

La Sicilia è oggi al sesto posto per contagi. Gli attuali positivi sono 124.278 con un aumento di 2.314 casi. I guariti sono 4.704 mentre le vittime sono 25 portano il totale dei decessi a 10.529.

La situazione negli ospedali

Sul fronte ospedaliero i ricoverati sono 911, 18 in più rispetto a ieri, in terapia intensiva sono 49, due in meno rispetto a ieri

La situazione nelle singole province

A livello provinciale si registrano a Palermo 1.791 casi, Catania 1324, Messina 813, Siracusa 783, Trapani 631, Ragusa 486, Caltanissetta 391, Agrigento 719, Enna 123.

Covid: Agenas, occupazione posti in reparto sale in 12 regioni

Nelle ultime 24 ore resta ferma al 16% l’occupazione dei reparti di ‘area non critica’ da parte di pazienti Covid in Italia (un anno fa era 32%), ma cresce in 12 regioni e province autonome: Abruzzo (24%), Basilicata (22%), Emilia Romagna (17%), Friuli Venezia Giulia (13%), Liguria (21%), Lombardia (12%), Marche (19%), Molise (22%), Pa Bolzano (8%), Pa Trento (16%), Sardegna (20%), Sicilia (23%). E’ stabile al 4%, in Italia, l’occupazione delle terapie intensive (un anno fa era 32%) e nessuna supera la soglia del 10%. Questi i dati dell’Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali (Agenas) del 26 aprile 2022, pubblicati oggi.

Covid: Agenas, i ricoverati

Nel dettaglio, rispetto al giorno precedente, l’occupazione dei posti nei reparti ospedalieri di area ‘non critica’ da parte di pazienti con Covid-19 non vede nessuna regione in calo ed stabile in 9: Calabria (27%), Campania (18%), Lazio (18%), Piemonte (12%), Puglia (20%), Toscana (13%), Umbria (34%), Valle d’Aosta (11%) e Veneto (10%). Le regioni che superano la soglia del 20% sono 7: Umbria (34%), Calabria (27%), Abruzzo (24%), Sicilia (23%), Basilicata (22%), Molise (22%), Liguria (21%) Sempre a livello giornaliero, l’occupazione delle terapie intensive da parte di pazienti con Covid-19 cala in 4 regioni: Basilicata (al 3%), Sardegna (6%) , Umbria (6%) e Valle d’Aosta (0%). Mentre cresce in Campania (7%) e Pa Bolzano (3%). In Molise (0%) la variazione non è disponibile. La percentuale è stabile nelle restanti 14 regioni e province autonome: Abruzzo (al 7%), Calabria (9%), Emilia Romagna (4%), Friuli Venezia Giulia (3%), Lazio (7%), Liguria (8%), Lombardia (2%), Marche (2%), Pa Trento (3%), Piemonte (4%), Puglia (6%), Sicilia (6%), Toscana (4%) e Veneto (2%).

Covid: effetto Pasqua sui ricoveri,+3,5% in una settimana

L’effetto Pasqua si fa sentire sugli ospedali: salgono lievemente i ricoveri Covid nei reparti ordinari ma continua il calo dei pazienti in terapia intensiva. Emerge dalla rilevazione degli ospedali sentinella della Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere Fiaso. Nella settimana 19-26 aprile, il numero delle ospedalizzazioni è salito del 3,5% a differenza di una settimana fa quando c’era stata una discesa del 5,3%. Ad aumentare, in particolare, sono stati i ricoveri nei reparti ordinari, con un incremento del 4,8%. Sul fronte rianimazioni, invece, sempre nella stessa settimana, il numero dei pazienti è sceso del 20%.

Covid: effetto Pasqua negli ospedali

Nei reparti ordinari, afferma la Fiaso, la quota di no vax è del 20%. Dei vaccinati, invece, la metà ha fatto il vaccino da oltre 4 mesi senza effettuare il previsto richiamo. Nell’80% dei casi di ricovero Covid si tratta di pazienti affetti da altre patologie. Per quanto riguarda le terapie intensive la presenza di no vax si alza a quasi il 30% e tra i non vaccinati ricoverati nelle rianimazioni il 100% ha comorbidità: si tratta dunque di soggetti fragili che avrebbero dovuto vaccinarsi per primi e che risultano invece ancora sprovvisti della copertura immunitaria. “Assistiamo a quella che potremmo definire una piccola scossa di assestamento della situazione ospedaliera. Le festività non hanno certamente facilitato il turn over dei pazienti nei reparti; probabilmente è anche l’effetto Pasqua, già evidente sui contagi, che si scarica a distanza di dieci giorni sugli ospedali con un piccolo aumento di ricoverati: è la testimonianza della grande diffusività della variante Omicron ma anche un monito importante per le prossime settimane – osserva il presidente di Fiaso, Giovanni Migliore -. Occorre non abbassare la guardia perché la pandemia non è finita. Un piccolo sforzo che non costa nulla ai cittadini anche con le mascherine: è necessario continuare a indossarle al chiuso e soprattutto serve che le utilizzino in presenza di altre persone i soggetti fragili e gli anziani che sono i più a rischio di contrarre l’infezione e finire in terapia intensiva. Continueremo a monitorare i reparti degli ospedali sentinella per verificare se questo piccolo incremento costituisca un trend oppure sia isolato e legato a circostanze puntuali”. “La campagna vaccinale – conclude Migliore – non è terminata: le aziende sanitarie e ospedaliere sono impegnate al massimo in questa fase nella chiamata attiva dei pazienti estremamente vulnerabili in carico presso i centri specialistici di cura perché completino il ciclo vaccinale con la quarta dose”.

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