Un piano di intervento da mettere in pratica per gradi al salire del contagio. Un piano che può arrivare  fino alla chiusura della scuola per due o quattro settimane, al taglio delle corse del trasporto pubblico locale e del riempimento, allo stop delle attività di somministrazione, dunque ristoranti, bar e così via.

Ma in campo potrebbe scendere anche la sanità militare per allestire ospedali da campo. Uno scenario disegnato da voci di corridoio non confermate ma neanche smentite, che si si inseguono da diverse ore.

Il piano è stato discusso ieri sera in una riunione convocata a Palazzo d’Orleans ma non è ancora stato deliberato e comunque lo sarà per gradi. Il primo step potrebbe scattare da stasera o dal fine settimana se la statistica del venerdì’ pomeriggio dovesse denunciare un indice di contagio (RT) che sale fino al 1,5%

Riguarderebbe, inizialmente, solo le scuole superiori. In applicazione del dpcm Conte del 18 ottobre nella Regione si passerebbe alla didattica a distanza nelle superiori dal secondo al quinto anno. Il provvedimento sarebbe valido per due o tre settimane. Lo scopo non è arginare il contagio a scuola visto che nelle scuola, secondo i dati, la situazione è controllata, ma limitare gli spostamenti generali.

Il secondo provvedimento sarebbe legato proprio ai mezzi di trasporto pubblico. Nel medesimo periodo il riempimento di autobus, treni e traghetti sarebbe dimezzato. Il riempimento al 50% degli autobus dovrebbe essere sufficiente nelle ore di punta in assenza  dei ragazzi che vanno a scuola. Il tutto sarebbe supportato anche dall’invito a portare a scuola i bambini fino alle medie con mezzi privati.

Su bar e ristoranti ci sarebbe una stretta ulteriore sugli orari di chiusura ma non sarebbe particolarmente incisiva. Si parla di chiusura alle 23 anzinchè le 24 stabilite da Conte. Provvedimenti che a Palermo, se uniti al divieto di stazionare in centro venerdì sabato e domenica dalle 21 alle 5 del mattino, darebbe l‘ultimo colpo all’economia della movida.

A due settimane di distanza si rivaluterebbe l’andamento del contagio per decidere se allentare la stretta, prorogare o passare ad uno step successivo delle medesime misure con orari e sistemi più stringenti

Tutto questo, però, non è in vigore. Resta il nodo dei risarcimenti dei quali, al momento, non si parla proprio. E a fine mattina Musumeci conferma la linea dura. Il dettagli lo concorderà con il Ministro Speranza anche se tende ad escludere il ricorso alla sanità militare