“Dio sa quanto mi senta legato ai lombardi. Mio fratello da mezzo secolo vive a due passi da Monza. Ma anche Sala sa che un protocollo di sicurezza è interesse del viaggiatore”.
A dirlo, in un’intervista al Corriere della Sera, è il governatore della Sicilia, Nello Musumeci, che precisa di non voler mettere tutti in quarantena: “Ovviamente no – spiega – Ma ‘Sicilia sicura’ è il nostro motto. E per questo occorrerà verificare la provenienza, l’esistenza di eventuali casi sospetti nel nucleo familiare, indicare giorno dopo giorno la tracciabilità della presenza del turista”.
Sull’ipotesi di creare una lista dei movimenti e dei luoghi frequentati chiarisce: “Ricordo soltanto che siamo al centro di una pandemia. E che tutto il resto appare davvero piccola cosa”. Sul fatto che il ministro Boccia ha detto che è materia dello Stato e ha invocato l’articolo 120 della Costituzione, Musumeci risponde: “Non sto parlando di libera circolazione, ma di chi liberamente viene in Sicilia e accetta la collaborazione con le autorità sanitarie locali”.
L’ultima parola sulla riapertura spetterà, comunque, alla Conferenza Stato-Regioni che segue il ‘mezzo’ accordo raggiunto in conferenza delle regioni. in ogni caso alla mezzanotte del 7 giugno, scatterà lo stop all’ordinanza di Musumeci che blinda la Sicilia dagli arrivi dal Nord e dall’estero. Oltre non si potrà andare anche perchè già così l’isola resta chiusa 4 giorni più del resto del Paese.
Le perplessità, comunque, in conferenza delle regioni non le ha espresse solo Musumeci. “Dunque, sembra che verrà riaperta tutta l’Italia. Se è così, non posso fare altro che adeguarmi. Ma non sono convinto. Mi chiedo per quale ragione la Lombardia, che ha un livello di contagi molto più alto di altre regioni, debba essere trattata come le altre, con il rischio di mettere nuovamente in giro i contagi. Più prudenza forse sarebbe stata opportuna per i lombardi e per tutti gli italiani” ha scritto il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi su facebook dopo l’ultimo confronto di ieri sera.
“Io non sono uno sceriffo, né voglio raccontare sciocchezze su patenti sanitarie impossibili – aggiunge Rossi -, ma vedere Fontana e anche Sala così spinti verso le riaperture, dopo il disastro che proprio in Lombardia ha avuto il suo epicentro, mi lascia sbalordito e interdetto”.
Ma questa sembra ormai la decisione presa. Si riparte. Sulle scelte siciliane di chiedere a chi arriva non solo che non sia malato ma che non abbia un malato fra i parenti e di tracciarne spostamenti e contatti non mancheranno certo altre polemiche.
Per mettere in pratica questo tracciamento la Sicilia pensa di chiedere a chi arriva di scaricare un’app attraverso la quale consentire il tracciamento degli spostamenti. Tutto verrebbe registrato in forma anonima. Solo in caso di contagio accertato si scaricherebbero i dati per avvertire coloro i quali siano venuti, eventualmente in contatto. L’altra ipotesi in campo è quella dell’app analoga ad ‘immuni’, l’applicazione di cui si parla da settimane in campo nazionale. Sono questi gli aspetti su cui la regione sta lavorando con Guido Bertolaso che dovrebbe dare una mano alla redazione delle regole. e non è escluso neanche che domani sera, con la nuova ordinanza in arrivo, Musumeci alla fine decida di riportare la Sicilia in linea col resto d’Italia e dunque anticipare la riapertura al 3 giugno. Ma l’eventualità non sembra probabile visto che il tracciamento ancora è tutt’altro che pronto
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