“I siciliani che si trovano fuori dalla Sicilia hanno il diritto di poter tornare a casa loro: Musumeci non può limitarsi a dire ‘no’ ai rientri, ha il dovere di affrontare il problema e di trovare soluzioni, salvaguardando la salute di tutti”. Lo dice il capogruppo all’Ars Giuseppe Lupo a proposito delle disposizioni contenute nell’ultima Ordinanza del Presidente della Regione Nello Musumeci sull’emergenza Coronavirus, che vietano il rientro nell’isola dei siciliani che attualmente si trovano in un’altra regione.

“Bisogna attivare un programma di graduale rientro per i siciliani che fino ad ora sono rimasti ‘bloccati’ in altre aree del Paese – aggiunge Lupo – e che adesso si trovano in difficoltà perché magari hanno perso il lavoro, o per motivi economici, personali o familiari. Il rientro va organizzato prevedendo ad esempio tamponi rapidi all’ingresso che garantiscano l’esito in un’ora, e una ‘quarantena a rischio zero contagi’. Ma di certo – conclude Lupo – il presidente della Regione non può ignorare queste situazioni”.

“Musumeci – aggiunge Antonio Ferrante del Pd – forse non sa che tra i tanti siciliani fuorisede ci sono giovani i cui genitori hanno perso il posto di lavoro o sono in cassa integrazione e non possono più sostenerli economicamente o lavoratori stessi licenziati, sospesi o in cassa integrazione che rischiano di finire sotto i ponti in qualche altra regione e altri ancora al quale il governo regionale, se non si introduce un piano di rientro programmato, dovrà rendere conto e ragione una volta cessata l’epidemia. Sin dall’inizio è stata nostra volontà contribuire per rendere meno drammatica l’emergenza che stiamo vivendo, così oggi, di fronte all’assurdità di sapere che a tanti siciliani verrà indiscriminatamente vietato di far ritorno nelle loro case, proponiamo al governo un piano di rientro che preveda criteri di priorità, a partire dalle condizioni di salute e da quelle economiche, trasporti dedicati e quarantena obbligatoria in strutture alberghiere. Introducendo questo piano riconosceremmo il diritto sacrosanto al rientro dei fuorisede secondo criteri di necessità, eviteremo il rischio di eventuali contagi e, attraverso le quarantene per piccoli gruppi in strutture ricettive, anche un sostegno ad un settore fondamentale in attesa della riapertura totale”.

“Se Musumeci – conclude Ferrante – non ritiene efficace il nostro piano, ne presenti un altro, ma non resti a guardare come la vedetta dall’alto del suo fortino, lasciando fuori tanti siciliani. In caso contrario se ne assuma la responsabilità davanti a loro, ai loro cari e a tutti noi”.

“L’ingresso in Sicilia è normato da un decreto del ministro dei Trasporti, di concerto con il ministro della Salute, che disciplina le modalità con cui si rientra nel territorio siciliano. Si tratta di un provvedimento, giudicato da tutti essenziale nella fase della diffusione del contagio, che ha raccolto la richiesta di limitare l’accesso all’Isola che il presidente Musumeci avanzava già dalla fine del mese di febbraio”.

Lo precisa l’assessore regionale alla Salute, Ruggero Razza, replicando al capogruppo del Pd, Giuseppe Lupo.
“Il tema del ricongiungimento familiare per stato di necessità – prosegue l’esponente del governo regionale – è già previsto in quel provvedimento e non necessita di alcuna autorizzazione nuova. Tuttavia, nelle prossime ore, valuteremo provvedimenti finalizzati a favorire il rientro dei fuorisede, che già oggi possono fare accesso nell’Isola, per come previsto dalla disciplina del ricongiungimento familiare”.
“Dovremmo evitare su questi temi polemiche speciose – conclude Razza – . E’ facile dire facciamo entrare tutti, ma esistono ancora oggi regioni con contagi di molte migliaia di persone, quindi serve gradualità e prudenza”.