“Il vaccino antinfluenzale è uno strumento di difesa della salute fondamentale. L’assessorato regionale alla Salute però ha mancato di rispetto ai professionisti sanitari introducendo in maniera illegittima l’obbligo di vaccinazione e prevedendo addirittura sanzioni che vanno oltre la competenza regionale. Il decreto sia subito revocato o ricorreremo al Tar per l’annullamento”.

Lo scrivono in una nota il coordinatore regionale del Nursind, Salvo Calamia e il vice segretario nazionale Salvatore Vaccaro in merito alla disposizione regionale che ha introdotto “l’obbligo della vaccinazione antinfluenzale per medici e personale sanitario, sociosanitario di assistenza, operatori di servizio di strutture di assistenza, anche se volontario”, stabilendo che “la mancata vaccinazione, non giustificabile da ragioni di tipo medico, comporta l’inidoneità temporanea, per tutto il periodo della campagna, allo svolgimento della mansione lavorativa”.
Secondo il Nursind “la competenza è statale e non regionale, così come già predisposto da Tar del Lazio. Rispettiamo e condividiamo invece la vaccinazione antinfluenzale proposta per i soggetti fragili, over 60 e per i soggetti che volessero farlo liberamente – spiega il Nursind – si predisponga una ampia campagna informativa sul tema lasciando i professionisti liberi di scegliere, senza paventare penalizzazioni sul piano lavorativo ritenute dai lavoratori una minaccia”.

Intanto alla Regione siciliana torna lo smart working che il Presidente Musumeci voleva progressivamente eliminare. Sono numerosi i dirigenti che a fronte dell’aumento del contagio prorogano gli accordi e invitano i dipendenti a non recarsi in ufficio.

I primi casi di applicazione dello smart working ssssssssssi sono registrati da oggi alla Ragioneria generale, al dipartimento Finanze e al dipartimento Pianificazione strategica dell’assessorato alla Salute. Nell’ultimo caso la scelta è stata assunta dopo un caso di positività comunciatod a un dipendente dopo un contagio familiare. Il Dipartimento è stato sanificato ma si cerca di limitare la presenza in ufficio come anche al Dipartimento Lavoro dopo i casi all’Ufficio provinciale di Palermo

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