Cosa Nostra non muore con la scomparsa di Matteo Messina Denaro. Ed allora, come cambia la mafia dopo la morte di Matteo Messina Denaro? Proverà a riorganizzarsi Cosa Nostra, lancerà nuove sfide allo Stato, o forse siamo davanti a un passaggio epocale che segna la fine di quel modello criminale. Non è ancora il tempo di coltivare illusioni, perchè “la mafia c’è ancora. Guai a pensare che la morte di Matteo Messina Denaro chiude una stagione. Si chiude una generazione, probabilmente, ma ci sono altre generazioni”. E’ l’allarme lanciato dal presidente della Commissione Antimafia all’Ars, Antonello Cracolici.

Mafia è aristocrazia perversa, si tramanda di padre in figlio

Dove si deve volgere lo sguardo oggi, per continuare l’azione di contrasto al crimine organizzato. Il deputato democratico ricorda come la mafia sia una forma perversa di aristocrazia criminale: “La mafia, come l’aristocrazia tramanda i titoli di generazione in generazione, dai padri ai figli”.  Consegnare lo “scettro”, oggi, è più complicato: ” prima si sentivano impuniti e imponibili, oggi grazie anche a giudici come Cesare Terranova, al suo lavoro ed ai suoi approfondimenti, disponiamo di una legislazione all’avanguardia. Dalla codificazione del reato di associazione mafiosa alla confisca dei patrimoni”.

Mafiosi vanno isolati nei loro territori

Ma c’è un limite ancora culturale da scalfire: “Siamo ancora lontani da quel processo di ripudio reputazionale nei confronti della mafia. Fino a quando i mafiosi godranno di una sorta di rispetto sociale nelle proprie comunità, è chiaro che lì loro potranno rigenerarsi. Ecco perché è importante in quest’epoca creare le condizioni perché i mafiosi vengano isolati nei propri territori”.

Cracolici sottolinea anche il ruolo della Chiesa: “sta facendo bene, anche con azioni importanti come quella di impedire che durante le processioni si celebrino abbiano gesti di inchino nei confronti delle nelle case dove abitano i mafiosi. Dobbiamo lavorare molto sul piano, come dire di quei gesti importanti che isolano i mafiosi. Ed è per questo che assieme ai sindaci, assieme alle comunità locali, adesso è il tempo della società civile che si assuma, fino in fondo, la responsabilità di mantenere a distanza Cosa Nostra”.  

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