Dove un tempo studiavano, riposavano e giocavano i ragazzi adesso c’è solo silenzio e degrado.
Si tratta dell’ex istituto salesiano Don Bosco di via Sampolo a Palermo, abbandonato da anni, e dove è crollata un’ampia porzione di tetto.
La struttura, un tempo fiore all’occhiello del sistema educativo della città, è in declino e recuperarla non sarà facile.
Come riporta il Giornale di Sicilia, entro l’ estate gli operai dovrebbero fare il loro ingresso nei locali e nei giardini per occuparsi della sistemazione del verde e della manutenzione ordinaria delle parti portanti del grande edificio che ha ospitato in passato centinaia di ragazzi e sacerdoti.
Le erbacce hanno invaso il viale, le crepe sui muri sono evidenti, i cancelli malandati.
Nel 1962 un ente poi fuso in Inpdap (l’ Istituto nazionale previdenza dipendenti pubblica amministrazione), ha acquistato dai salesiani gran parte del «Sampolo» e lo ha dato in locazione agli stessi sacerdoti fino agli anni Duemila. Poi c’era stata un’occupazione abusiva ed infine la chiusura definitiva.
Adesso è venuto giù il tetto, i grandi stanzoni sono ormai a cielo aperto ed i vandali non si lasciano sfuggire l’occasione per fare incursioni in cui continuano a devastare e danneggiare.
Questo grande complesso edilizio oggi appartiene all’Inps, in cui è confluito l’Inpdap.
Ma gestire il bene, è assai difficile.
“Gran parte del Sampolo è nostro – spiegano ancora al Giornale di Sicilia dagli uffici dell’ Inps -, tranne l’ area della chiesa. Abbiamo avuto una procedura di vendita che non si è tradotta positivamente e che ha scatenato un contenzioso, ancora in atto. E la proprietà continua così ad essere nostra. Ci sono stati dei cambiamenti di titolarità nel tempo. Al momento il bene non è utilizzato perché necessita di interventi. È un immobile di rilevanza storica perché ha più di settant’ anni. Sono necessarie procedure assai complesse. Abbiamo stanziato 136 mila euro per due interventi: 84 mila euro saranno destinati ai lavori di manutenzione sul verde, 52 mila invece sono per interventi di manutenzione ordinaria”.
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