“Abbiamo già iniziato i controlli sull’ascensore in Largo Balistreri a Palermo. L’impianto era collaudato, ma il palazzo non si era costituito in condominio e non c’era un responsabile che si doveva occupare della manutenzione dell’ascensore. Siamo comunque vicini ai feriti per quanto avvenuto ed esprimo tutta la mia e dell’istituto alla famiglia rimasta vittima di questo incidente”. Il commissario dello Iacp Fabrizio Pandolfo da ieri stesso ha iniziato con i tecnici dell’istituto autonomo case popolari le verifiche sugli impianti.

Settimana prossima controlli su altri 11 ascensori di Largo Balistreri

“Dalla prossima settimana proseguiremo i controlli sugli altri undici ascensori di via Largo Balistreri e successivamente verificheremo quale siano le situazioni di tutti gli altri condomini dello Iacp a Palermo e provincia aggiunge il commissario – Verificheremo anche i titoli degli inquilini che occupano le abitazioni. Ancora non conosciamo la causa dell’incidente. Non mi è stato consegnato il verbale della polizia e dell’Asp che stanno conducendo le indagini”.

Secondo i primi riscontri degli investigatori l’impianto sarebbe stato messo in funzione autonomamente dai residenti e senza le dovute autorizzazioni.

Consorzio Italia, problema sottovalutato

“Chi non l’ha ancora abbastanza chiaro deve comprendere che l’ascensore non è un grande elettrodomestico ma un autentico e diffusissimo mezzo di trasporto in funzionamento continuativo, completamente automatizzato, in grado di fare migliaia di ‘viaggi’ giornalieri e sposta in Italia circa 45 milioni di persone al giorno”. Lo dice Salvatore Nasca, presidente del Consorzio per l’Italia, organismo no-profit che conta oltre 150 aziende del settore, nato con lo scopo di migliorare la qualità e la fruizione degli impianti e garantire la sicurezza degli utenti, all’indomani dell’incidente in un condominio di Palermo in cui sono rimaste gravemente ferite 3 persone.

“Incidente pone attenzione su questione manutenzioni”

“L’incidente di ieri – aggiunge – pone ancora una volta all’attenzione generale l’infinita e controversa questione delle manutenzioni degli impianti in funzionamento nel nostro Paese. Il ripetersi, sempre più frequente, di seri incidenti in ascensori deve sollecitare le nostre istituzioni in maniera decisiva ad un esame approfondito di tutte le problematiche legate al mondo del trasporto verticale che continuano ad essere colpevolmente ed inspiegabilmente sottovalutate”. In Italia, ne abbiamo in funzionamento oltre un milione, secondi al mondo soltanto alla Cina, ma regna confusione anche con riferimento agli organismi sui quali ricade la competenza in materia di ascensori; inoltre il 40% circa degli impianti è stato installato oltre 30 anni fa e non soddisfa le norme europee in vigore in materia di sicurezza.

“Se ne occupano tre diversi ministeri – precisa Nasca –. La creazione di un tavolo di lavoro unico con esperti del settore contribuirebbe in maniera decisiva da un lato alla comprensione delle problematiche tecniche derivanti dallo stato di vetustà degli impianti, dall’altro alla definizione di criteri oggettivi e di procedure snelle che permettano alle ditte di manutenzione, le uniche autorizzate ad accedere ai locali degli impianti, di avere interlocutori affidabili sia per le operazioni ordinarie che straordinarie e nelle decisioni, a volte anche drastiche (fermo degli ascensori che presentano condizioni di sicurezza critiche) necessarie alla salvaguardia degli utenti”.

Scatta l’interrogazione M5S alla Regione

Il gruppo parlamentare del Movimento 5 Stelle all’Ars oltre ad essere solidale con le persone coinvolte nel crollo dell’ascensore di Brancaccio a Palermo e con loro familiari, ha depositato un’interrogazione, a prima firma della deputata Roberta Schillaci, in cui si chiede un censimento di tutti gli ascensori negli edifici di edilizia popolare della Regione.

“Compatibilmente con le indagini degli inquirenti – spiega Schillaci – è necessario che la Regione faccia piena luce individuando le responsabilità che hanno portato a questo incidente che potrebbe essere stato causato da carenze della manutenzione. Le condizioni del patrimonio abitativo pubblico devono essere costantemente monitorate per predisporre tutti gli interventi necessari di ripristino e messa in sicurezza”.

E continua: “Con la nostra interrogazione, chiediamo risposte urgenti alla Regione: Soprattutto vogliamo sapere quali attività ispettive intende avviare la Regione sugli immobili, compreso un censimento, ai fini della sicurezza, su tutti gli ascensori degli immobili di proprietà dello Iacp per verificarne lo stato di degrado, le manutenzioni in essere e per evitare che si verifichino altri simili eventi che mettano a rischio la vita delle persone e possano ledere l’immagine della pubblica amministrazione”.

Lionti e Sardo, “Riforma Iacp al palo, chiediamo cambio di passo”

“In attesa che l’inchiesta chiarisca cause e responsabilità e si effettuino nuovo controlli sull’ascensore crollato a Palermo, auguriamo alla famiglia Rizzuto una pronta guarigione. Questo caso, però, apre una finestra sulla reale condizione di molti alloggi popolari che necessitano di manutenzione ordinaria e straordinaria”. Così Luisella Lionti, segretario della Uil Sicilia e Area Vasta, e Giovanni Sardo, presidente dell’Uniat, che spiegano: “Con l’arrivo dei fondi del Pnrr sono stati presentati numerosi progetti di recupero e ristrutturazione ma a distanza di sei mesi non sappiamo ancora quali sono stati approvati. Avevamo, inoltre, chiesto al governo regionale un cambio di passo nella gestione del patrimonio edilizio pubblico ma sino ad oggi nulla è cambiato. La riforma degli Iacp è, infatti, rimasta al palo. Chiediamo al nuovo sindaco Lagalla un rapporto diverso e più collaborativo per intervenire sulla emergenza abitativa”.

Mariangela Di Gangi, neoeletta consigliera comunale

“La tragedia sfiorata ieri a Brancaccio sarebbe stata la classica tragedia annunciata, come tante potrebbero esserlo nei quartieri di edilizia residenziale pubblica a Palermo.
Al netto delle responsabilità specifiche e riferite al singolo episodio, che saranno ricostruite dalla Magistratura, resta il tema delle condizioni di fatiscenza e incuria in cui versano interi quartieri popolari, su cui da anni non esistono investimenti adeguati per garantirne sicurezza e vivibilità. Ascensori guasti, passerelle pericolanti, soffitti cadenti, rami fognari interni intasati: sono queste le condizioni in cui vivono le persone di interi quartieri di Palermo, soprattutto nelle zone di Brancaccio, Sperone, CEP, ZEN, Marinella e Borgo Nuovo, dove l’edilizia pubblica si è basata sullo schema dei grandi condomini, delle insule e dei “casermoni”.

Alla risoluzione di questi problemi occorre lavorare da subito e non si può pensare di realizzarla senza un piano di investimenti adeguato. Una scelta prettamente politica, che deve inserirsi in un ragionamento complessivo sul diritto all’abitare in Sicilia e, quindi, anche sul patrimonio immobiliare pubblico”. Lo ha dichiarato Mariangela Di Gangi, neoeletta consigliera comunale.

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