Questa mattina, nei locali della Direzione del Policlinico Universitario Giaccone è stato presentato alla stampa il caso di una donna in gravidanza affetta da leucemia alla 23esima settimana salvata insieme al bambino dai medici del Policlinico con una cura innovativa. Si tratta della prima volta in cui questa cura è stata tentata in Italia su una donna in così precoce stato di gravidanza.

“Siamo profondamente soddisfatti per questo importantissimo risultato ottenuto con un eccellente lavoro di ricerca e di assistenza – ha dichiarato Fabrizio Micari, Rettore dell’Università di Palermo – Il Policlinico Universitario si conferma sempre più come polo di eccellenza sanitaria e come punto di riferimento, non solo per la Sicilia, ma come è dimostrato dalla particolarità di diversi casi che negli ultimi tempi sono stati curati in maniera eccezionale ed innovativa, anche a livello nazionale”.

“Oggi condividiamo con la cittadinanza un evento eccezionale, motivo di grande soddisfazione e di orgoglio di appartenenza per tutta la nostra comunità – ha commentato Fabrizio De Nicola, Commissario del Policlinico – Uno straordinario lavoro di squadra che ha coinvolto un nucleo interdisciplinare di professionisti di grande qualità cui va il mio personale ringraziamento. Ai genitori e al nuovo arrivato facciamo i migliori auguri da parte dell’intera Azienda ”.

“L’eccezionale risultato ottenuto – ha sottolineato Sergio Siragusa, docente di Ematologia e Direttore dell’UO di Ematologia del Policlinico di Palermo – è il risultato di una interazione ‘vera’ tra più settori specialistici, e mostra che nei nostri ospedali possiamo gestire pazienti complessi. E dimostra, soprattutto, che c’è una ematologia che funziona; una ematologia che non è solo quella del Policlinico di Palermo ma quella italiana. Con molto piacere, colgo l’occasione per ringraziare tutto il personale dell’ematologia del Policlinico di Palermo che ha mostrato, come sempre, dedizione e professionalità. Un sentito grazie ai medici di reparto, Dr.ssa Maria Grazia Lipari e Dr. Giovanni Franco, agli specializzandi, alla Caposala, e agli infermieri che hanno seguito la paziente durante il ricovero. Un ringraziamento particolare alla Dr.ssa Maria Enza Mitra che segue con straordinario impegno e competenza i nostri pazienti affetti da mielodisplasia e leucemia e che continuerà a seguire, per i successivi necessari approcci terapeutici e di follow-up, la nostra paziente. Ancora grazie ai colleghi ginecologi del Civico ottimi interlocutori per il corretto inquadramento diagnostico e la ginecologia del Policlinico per aver seguito la nostra giovane mamma fino al parto. Infine, voglio rimarcare che l’importanza del caso, oltre alla grande soddisfazione professionale, ma soprattutto umana, consiste nell’aprire la strada ad un nuovo modo di affrontare i tumori nell’ambito ematologico. Strada che stiamo già percorrendo da alcuni anni: curare la malattia con farmaci “mirati al target”, non chemioterapici tradizionali (non fanno perdere i capelli, non si vomita, etc), che curano o ‘cronicizzano’ le neoplasie ematologiche. Stiamo infatti trasformando patologie tumorali inguaribili ed incurabili in tumori cronici, sempre più guaribili ma sicuramente decisamente curabili. E da oggi, anche per le donne gravide. Talvolta si legge nei quotidiani che le donne incinte, eroicamente, rifiutano la chemioterapia per portare avanti la gravidanza, riducendo pertanto al minimo le probabilità della loro guarigione. Nel caso della leucemia acuta promielocitica, fortunatamente, non è più così.”

“La paziente è venuta alla nostra osservazione alla 23° settimana per la presenza di petecchie emorragiche cutanee agli arti inferiori, presto propagate in tutto il corpo – ha spiegato Renato Venezia, docente di Ginecologia – I valori ematochimici al ricovero evidenziavano una piastrinopenia e riduzione del fibrinogeno. Una consulenza con i colleghi dell’ematologia ha poi permesso la diagnosi di leucemia. La paziente ha portato avanti la gravidanza con coraggio e determinazione. È stata sottoposta a stretto monitoraggio ostetrico con controlli ecografici ogni 15 giorni. La crescita fetale è andata avanti regolarmente e non sono state mai riscontrate alterazioni della conformazione morfologica del bambino e degli annessi. La gravidanza è andata avanti senza complicanze ostetriche fino alla 35,4 settimana , epoca in cui si è deciso di procedere al taglio cesareo ( la paziente era precesarizzata ) essendo già stata raggiunta un maturità fetale soddisfacente ed essendoci una buona stima del peso fetale. Il 23 aprile è venuto alla luce A., un bel bambino di kg 2,310 in perfette condizioni di salute e che non ha necessitato di cure intensive neonatali.”