Dodici giorni di attacchi hacker, black out sul sito da un minimo di 3 ore, a un massimo dell’intera giornata lavorativa. Attacchi sistematici e puntuali, partiti sempre intorno alle 11 di mattina.

“È successo al Gazzettino di Sicilia – ha raccontato in conferenza stampa il direttore responsabile della testata, Angelo Scuderi – ma sarebbe potuto succedere, anzi è accaduto, magari con modalità meno insistenti, a qualunque altro sito che si occupa di informazione online. Si pensi alla colla nei lucchetti degli esercizi commerciali: sappiamo bene che non c’entra la mafia, ma la sensazione è la medesima. Ci è stato impedito, con un’azione articolata, di fare il nostro lavoro”.

Il Gazzettino di Sicilia ha sporto denuncia alla Polizia Postale. Secondo il presidente dell’ordine dei giornalisti di Sicilia, Giulio Francese, si tratta di “un problema che pone interrogativi a tutti noi, è un fatto grave”.

“Questo evento – ha aggiunto Francese – ci pone davanti a una considerazione quella della vulnerabilità della rete. Sicuramente l’ordine dovrà interrogarsi sulle modalità di prevenzione contro gli attacchi, perché è un problema che si pone all’attenzione di tutti i colleghi. Bisogna fare una analisi approfondita, ma anche organizzare dei corsi di formazione per i colleghi, interpellando degli esperti”.

“Sì – ha fatto eco il presidente regionale dell’Unci, Andrea Tuttoilmondo – sicuramente c’è un aspetto normativo va costruito ex novo, anche perché il mondo dell’informazione è profondamente mutato e oggi le notizie passano principalmente online, il superamento rispetto alle tv e alla carta stampata è avvenuto. Prima quasi si storceva il naso davanti ai quotidiani online, adesso l’online è diventato il principale canale di veicolo dell’informazione”.

Tuttoilmondo fa un paragone, da vita a un’immagine volutamente forte: “Un tempo – dice – si facevano saltare le edicole, ora si oscura un sito. Il risultato finale è che la gente non accede comunque alle notizie. La cosa più triste e preoccupante è che spesso capita che da queste indagini emerga che gli autori siano in qualche modo legati alla concorrenza. Chi dovrebbe essere alleato, fa la guerra. Rischia di essere la pietra tombale del nostro mondo”.

E sulla vicenda e più in generale sulla situazione dell’informazione in Sicilia esprime preoccupazione il sindacato unitario dei giornalisti. “È un fatto grave, non tanto per aver colpito questa particolare giovane testata locale, ma perché ripropone il tema delle tutele per l’intero settore dell’informazione attraverso i new media – si legge in una lunga nota dell’Assostampa – In un momento in cui la circolazione dell’informazione globale è sempre più affidata alla diffusione via web, attraverso i social media, occorrono garanzie che riguardano anche gli strumenti strettamente tecnologici, in grado di assicurare l’accesso dei cittadini all’informazione gestita in maniera corretta e indipendente”.

“I grandi aggregatori di notizie affidano ad algoritmi la classificazione dell’informazione, la verifica delle fonti, l’individuazione delle “fake news”. Occorrono quindi tutele del tutto diverse, non meri software di profilazione del pubblico che guardino solo a premiare, con meccanismi robotizzati, quale sia la notizia che si accordi con le tendenze e le aspettative del pubblico. È necessario poter conoscere tutti i fatti che accadono, piuttosto che solo i fatti attesi da indici di gradimento e google trends. Chiunque oggi può facilmente comprare attacchi hacker su internet, con tanto di tariffari, pagando con criptovaluta. Le transazioni che riguardano fatti illeciti coprono ogni tipo di reati e hanno un grado di sofisticazione che rendono difficile, se non impossibile il semplice ricorso alla polizia postale”.

“L’informazione è un diritto dei cittadini, come oggi l’accesso a internet in generale”, ha affermato Alberto Cicero, segretario di Assostampa Sicilia. “Così come si parla di estendere la copertura wi-fi pubblica e gratuita da luoghi come biblioteche, università e aeroporti, le politiche di tutela dovrebbero poter garantire risorse informatiche gratuite di protezione e ridondanza specifiche anche per le testate giornalistiche, specialmente quelle di minori dimensioni. Si tratta di interventi perfettamente coerenti con indirizzi e strategie UE sull’agenda digitale. Internet sicuro significa garanzia di pluralità di informazione, fonti della notizia attendibili, contrasto alla proliferazione delle fake-news. Questo aspetto di aggressione tecnologica alla libertà di informazione occorre venga tenuto costantemente illuminato”.