Nuove aperture da questa settimana. Anche se in Sicilia da oggi riaprono piscine e palestre la Regione aveva dato l’ok già da qualche giorno se pronti a rispettare le rigide misure di sicurezza.

Dopo quasi 3 mesi si potrà pure tornare a nuotare e a frequentare i circoli sportivi. Ma le restrizioni e le norme introdotte per la fase 2 cambiano il modo di allenarsi.

Succederà ad esempio negli sport che prevedono attività a stretto contatto con un’altra persona, pur non essendo sport di gruppo, come la ginnastica ritmica che quindi eliminerà per ora quegli esercizi.
Molti limiti anche per il nuoto, non a caso parecchie piscine si prenderanno altri giorni prima di ricominciare al 100% e in sicurezza.

Non tutte le strutture sono già attrezzate per rispettare le misure rigide imposte dalle linee guida aggiornate e approvate dalla Conferenza delle Regioni. A Palermo per esempio non aprirà oggi la piscina comunale di viale Del Fante ma si sta valutando di rimettere in funzione a breve la vasca esterna con corsie corte.

Le attività sportive resteranno chiuse in Lombardia fino al 31 maggio, come prevede l’ordinanza firmata dal presidente Attilio Fontana che sceglie la prudenza. Altra eccezione è la Basilicata: il governatore Vito Bardi ha rinviato l’apertura al 3 giugno. Prendono tempo anche le piscine e le palestre comunali di Bologna, chiuse fino a fine mese per definire i protocolli di sicurezza con i gestori.

Le novità cominceranno dall’ingresso: sia in palestra che in piscina si entrerà con la mascherina. Altro obbligo, disinfettarsi le mani all’ingresso e uscendo, grazie ai dispenser, spesso preferiti ai guanti. E’ prevista, ma non obbligatoria, la misurazione della temperatura con termoscanner per non far entrare chi ha più di 37 gradi e mezzo. In ogni caso, all’ingresso i clienti dovranno firmare un’autocertificazione sulle proprie condizioni di salute (se hanno contratto il Covid, se hanno fatto la quarantena ecc) e i gestori delle attività conserveranno i dati per 14 giorni. In palestra saranno richieste scarpe ginniche ‘dedicate’.

Step successivo sono gli spogliatoi: si entrerà pochi per volta (ma alcuni potrebbero restare chiusi), si starà a un metro di distanza e i vestiti andranno messi nelle proprie borse, lasciate negli armadietti. Durante gli esercizi i clienti staranno lontani almeno 2 metri fra loro e non avranno l’obbligo della mascherina.

 In piscina la superficie a disposizione di ognuno arriverà a 7 metri quadrati, mentre dovrà esserci almeno 1 metro e mezzo fra sdraio e lettini delle persone, se non sono conviventi. In più una differenza: gli istruttori di nuoto dovranno avere la mascherina anche se non a stretto contatto con gli utenti. Su questo molti gestori di piscine non nascondono le riserve, considerando il caldo che c’è normalmente a bordo vasca e il rischio che non si senta bene la voce dell’allenatore. Alle piscine sono richieste analisi chimiche, oltre alle batteriologiche e, per tutti vale l’obbligo di disinfezione degli attrezzi (da quelli in sala pesi ai galleggianti in acqua) a ogni uso o a fine giornata se presi solo da un cliente.

Cambierà pure l’accesso alle docce: consentito a ‘numero chiuso’, oppure nelle palestre ridotto al minimo ad esempio per chi fa sport in pausa pranzo e dovrà tornare in ufficio, non certo sudato o in tuta.

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