Il giudice di Pace di Roma non ha convalidato il fermo dei carabinieri di 4 donne Rom durante il blitz del 17 febbraio scorso nel campo nomadi a Palermo. Stamani si è tenuta, nel Cie di Ponte Galeria a Roma, l’udienza di convalida. Lo dice una nota dell’associazione nazione Rom.

“Le donne – continua – accusate di essere clandestine erano state trasferite a Roma per essere deportate nei paesi di origine dei propri genitori. Strappate a mariti, figli e familiari dopo venti anni vissuti in Italia. Due di loro erano scappate dalla guerra in ex Jugoslavia. Le altre due nate nel Comune di Palermo nel 1993 e nel 1996 non hanno ancora ricevuto la cittadinanza italiana come prevede invece la legge. Adesso le quattro donne Rom potranno tornare nelle loro abitazioni e riabbracciare i propri familiari. Nei giorni scorsi era stato lo stesso Sindaco di Palermo Leoluca Orlando a denunciare l’operazione di polizia solidarizzando con le donne. La lotta per affermare i diritti umani e la loro piena regolarizzazione giuridica proseguirà nei prossimi giorni. Sono 15.000 i cittadini Rom, Sinti, Caminanti (Rsc) presenti in Italia in condizioni giuridiche analoghe a quelle delle donne Rom di Palermo”.

“La decisione del Tribunale di Rom – commenta il sindaco di Palermo Leoluca Orlando – conferma le forti perplessità che in tanti avevamo espresso sul provvedimento. Conferma anche la totale inadeguatezza normativa del nostro paese e denuncia quanto sia grave l’assenza di una legge sullo Ius Soli, così come di una adeguata protezione nazionale e internazionale per i cittadini di quegli Stati non più esistenti e degli apolidi. Ancora una volta, il richiamo fermo e risoluto all’articolo 1 della Dichiarazione universale dei diritti umani (“Tutti gli esseri umani nascono liberi ed eguali in dignità e diritti”), resta l’unico a cui ispirarsi per l’azione dello Stato in ogni sua articolazione e per l’agire di ciascuno di noi”.

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