Mancano ancora i nomi dei magistrati ma che nel sistema Montante fossero coinvolti anche loro sembra essere più di un sospetto. E’ uno spaccato di vero e proprio Stato parallelo, di Stasi di antica memoria risaltente alla cortine di ferro ed alla Repubblica popolare tedesca. Dopo l’ex responsabile Legalità di Confindustria Antonello Montante, finito ai domiciliari insieme a cinque alti esponenti delle forze dell’ordine e dei Servizi con l’accusa di concorso in associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, salgono a 30 gli indagati di questa inchiesta e sono tantissimi i nomi eccellenti che vanno dall’ex governatore Rosario Crocetta in compaghnia di parte della sua prima giunta,. fino a Giuseppe Catanzaro, amico e successore di Montante alla guida di Sicindustria.

A Catanzaro è stato notificato un invito a comparire e un avviso di garanzia è stato inviato anche all’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, accusato di finanziamento illecito dei partiti e concorso in associazione a delinquere finalizzato alla corruzione: avrebbe nominato in Giunta due assessori sponsorizzati dall’imprenditore. Un elenco lunghissimo quello degli inquisiti: nella lista anche gli ex assessori alle Attività produttive Linda Vancheri e Mariella Lo Bello – nominate da Crocetta per accontentare Montante – e l’ex presidente dell’Irsap (l’ente regionale per lo sviluppo delle attività produttive) Mariagrazia Brandara.

La maxi inchiesta dei pm nisseni “racconta” di un vero e proprio “sistema Montante”. L’imprenditore che, secondo i magistrati, avrebbe condizionato per anni la vita politica della Regione anche attraverso finanziamenti a esponenti politici è accusato di avere creato una rete di spionaggio per avere informazioni sull’inchiesta per concorso in associazione mafiosa in cui era coinvolto corrompendo anche uomini delle istituzioni.

Quello che emerge è un sistema di potere fatto di prebende, ricatti e una impressionante attività di dossieraggio. Emblematiche in questo senso le vicende, venute fuori dall’inchiesta, che coinvolgono l’ex assessore Nicolò Marino e Giulio Cusimano. Montante sarebbe entrato in possesso di un video scabroso sulla vita privata di Marino, che aveva espresso critiche su Confindustria, e si sarebbe adoperato per diffonderlo. Stesso trattamento sarebbe stato riservato a Giulio Cusumano, che era al vertice dell’Azienda trasporti siciliana (Ast), controllata dalla Regione. Il manager si oppose alla cessione dell’Ast a una microazienda controllata, la Jonica Trasporti dove Montante aveva una partecipazione. Per convincerlo, Cusumano fu ricattato per il suo orientamento sessuale.

Tra gli indagati anche il vice questore aggiunto Vincenzo Savastano, in servizio all’ufficio della polizia di frontiera dell’aeroporto di Fiumicino e le due strette collaboratrici di Montante, Carmela Giardina e Rosetta Cangelosi che sono accusate di favoreggiamento. Secondo gli inquirenti, avrebbero aiutato l’imprenditore a distruggere alcuni documenti del suo archivio segreto, custoditi dentro una trentina di pen drive. Nel corso di un lunghissimo interrogatorio durato sette ore Montante si è difeso davanti al gip di Caltanissetta che ne ha disposto l’arresto.

Montante, che ha puntato il dito contro due dei suoi accusatori, Venturi e Cicero, che avrebbero agito per vendetta nei suoi confronti, ha negato di avere costruito dossier contro i suoi avversari, creando una rete di spionaggio e corruttela. “Abbiamo iniziato e continueremo a ribattere punto per punto ad ogni accusa – ha detto l’avvocato Panepinto – ma è ancora presto, prematuro delineare un quadro chiaro della vicenda”. Montante a dire del legale sarebbe “sorpreso, scosso e molto dispiaciuto”, ma non avrebbe perso la sua totale fiducia nella giustizia.

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