Il Comune di Palermo deve difendersi e mostrare, come vuole il sindaco, che tutto è ‘regolare’ e produttivo.
La conferma arriva dalle 57 pagine firmate da Leoluca Orlando ed inviate al ministero dell’Economia e delle Finanze dopo i rilievi figli dei controlli effettuati a Palazzo delle Aquile tra il 2016 ed il 2017.

Il contro-dossier è stato preparato con cura e perizia e messo a punto coinvolgendo tutti i capi area e il segretario generale. Il sindaco sostiene che alcune contestazioni sarebbero meramente formali.
Alle 46 presunte irregolarità amministrativo-contabili segnalate dagli ispettori del Mef, il Comune ribatte punto su punto ma dimostrando anche grande capacità di ascolto. Per esempio, si è giunti all’adeguamento degli statuti di Amap e Reset.

Giusto CAtania, capogruppo di Sinistra Comune tuona: “Le controdeduzioni del sindaco ai rilievi del Mef dimostrano ciò che avevamo già sostenuto mesi fa: le contestazioni mosse erano solo bolle di sapone, caratterizzate da una connotazione politica con elementi di valutazione strumentali. I rilievi sollevati all’amministrazione comunale sono stati infatti del tutto smontati dalle controdeduzioni e dalle relazione del sindaco. Il governo della città è una cosa complessa, che non può scaturire dall’attivazione di algoritmi esatti. Le scelte discrezionali, inscritte nella legittimità e nella legalità, sono inevitabili e necessarie; sono un effetto della capacità di ascolto e di valutazione politica vitali per la comprensione e la crescita della città”.

A dimostrare grande preoccupazioni per i rilievi del Mef è Fabrizio Ferrandelli. 

Intanto, però, a Palazzo delle Aquile non tutto fila liscio.
Basti guardare il report diffuso ieri sulle presenza dei consiglieri comunali tra agosto 2017 – maggio 2018.
La più assenteista tra tutti pare essere Marianna Caronia, che totalizza solo 47 presenze.
Anche le sedute del Comune sono davvero ben poche, solo 108 convocate in un arco di tempo comunque lungo, e delle quali 18 sono di prosecuzione ed 8 sono andate deserte.

Insomma, a conti fatti, a Sala delle Lapidi si lavora poco.