Cateno De Luca incontra i vertici di Confartigianato a Palermo. Il candidato alla presidenza della Regione ha partecipato questa mattina ad un incontro incentrato sulle difficoltà delle piccole e medie imprese siciliane. Tanti i temi affrontati: dalla gestione dei fondi del PNRR, passando per i danni del caro energia e la gestione del reddito di cittadinanza. A fine del dibattito, De Luca e i rappresentanti di Confartigianato hanno firmato una ‘piastrella’, simbolo dell’accordo e della promessa di portare avanti i punti affrontati nel dibattito odierno.

Questa è una missione che riguarderà la quotidianità del presidente della Regione – ha dichiarato Cateno De Luca ai nostri microfoni -. Sono argomenti che conosco bene e su cui ho trovato le soluzioni giuste quando ho governato nei miei Comuni. Siamo riusciti a parlare lo stesso linguaggio, anche perchè io provengo dal mondo associativo e riconosco il valore dei corpi intermedi. Il mondo dell’impresa ha l’obiettivo di mantenere gli equilibri di bilancio. Non può morire di malaburocrazia“.

La riconversione del reddito di cittadinanza

Cateno De Luca incontra Confartigianato a Palermo

Fra i punti centrali affrontati durante l’incontro vi era quello della formazione di nuova manodopera professionale. Punto che Cateno De Luca ha ricollegato al reddito di cittadinanza. Misura che, secondo l’ex sindaco di Messina, presenta dei limiti sostanziali. “Il reddito di cittadinanza è una misura condivisibile nella sua essenza, ma nelle azioni di sviluppo è diventata una patologia. Stiamo dando questi soldi alla gente per non lavorare. Allora, diamo questi soldi per dargli una prospettiva. Nessuno ha spiegato cosa devono fare queste 700.000 persone e per quanto tempo lo Stato si potrà permettere di spendere 10 miliardi l’anno per una misura senza sbocco”.

Ci troviamo in una situazione nella quale le imprese non riescono a trovare manodopera e, quando ci riescono, ha dei costi esorbitanti – ha sottolineato De Luca -. Costa di più del resto d’Italia a causa dei bilanci regionali, dove le aliquote sono più alte. La mia proposta è quello di trasformare il reddito di cittadinanza in un reddito d’inserimento, ovvero diamo questi soldi al lavoratore e gli aggiungiamo il doppio, attraverso il contributo dell’impresa, che andrà incontro ad una detassazione. Facciamo uscire dalla povertà queste persone. Nessuno può portare avanti una famiglia con 600-700 euro. Così riusciamo a dare una risposta alla cittadinanza e al mondo delle imprese”.

Sul caso energia: “Classe dirigente da decapitare”

Cateno De Luca incontra Confartigianato a Palermo

Altro tema attuale è quello legato al ‘caro bollette’. Aumenti che stanno falcidiando le attività produttive siciliane e non solo e che ha origine in fenomeni extraregionali. Anche se Cateno De Luca attribuisce colpe ben precise anche al Governo regionale uscente. “Siamo passati dal problema di cosa mettere nella pentola al problema di accenderla. Siamo una Regione che ha petrolio e gas. Il Dipartimento per l’Energia, che aveva 800 milioni di euro a disposizione, ne ha spesi il 4%. Una classe politica da decapitare senza nessuna esclusione. Abbiamo la risorse. Non ci manca nulla. Si può fare un accordo di programma con gli artigiani, facendogli fare gli impianti solari. Ci vuole qualcuno che si prenda un accordo di programma anche in variante agli strumenti urbanistici. L’unico che può farlo è il presidente della Regione. Ma ce ne è stato uno fino ad ora? No. Forse ce ne sarà uno dal 25 settembre, ovvero io”.

Sul PNRR: “Persi 900 milioni di euro”

Cateno De Luca incontra Confartigianato a Palermo

Inevitabile il riferimento anche al piano nazionale di ripresa e resilienza, detto più comunemente PNRR. Fondi che, in parte, sarebbero andati persi. Secondo quanto dichiarato dal leader di Sicilia Vera infatti, la Regione avrebbe ritardato le procedure necessarie ad acquisire gli investimenti europei. “Noi abbiamo perso 900 milioni di euro di fondi. Tra questi gli interventi relativi al potenziamento dei consorzi d’irrigamento. Ci sono gli agricoltori sul piede di guerra. Abbiamo intere aree del territorio con gl invasi fatti, ma senza le condotte che portino l’acqua nei terreni. E’ un problema che ha messo in ginocchio in modo irreversibile determinate zone, dove l’acqua costa addirittura 30 euro l’ora. L’altro avviso riguardava il potenziamento dell’approvigionamento idrico per civili abitazioni. L’unica città in Sicilia che ha ricevuto i soldi è stata Messina, che per caso amministavo io. Prima di andarmene, avevo predisposto tutta la documentazione necessaria. Cosa non fatta in altri casi”.

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