Ha denunciato il racket del pizzo e si è costituito parte civile contro i taglieggiatori. Nel frattempo è morto e la sua battaglia è stata continuata dai figli. Adesso il gup ha assolto il presunto estorsore. E ha condannato gli eredi dell’imprenditore Giuseppe Toia, Daniele, Tommaso e Fabrizio, a pagare le spese sostenute per il processo dall’imputato. Ai costi del procedimento dovranno partecipare anche le associazioni antiracket, pure costituitesi parte civile, e il Comune di Ficarazzi.

Una decisione inusuale, quella del gup Omar Modica, che arriva al termine di un processo conclusosi con 11 assoluzioni, tra cui quella del presunto estorsore accusato da Toia, Giovanni Mezzatesta, e 5 condanne. Alla sbarra quelli indicati dall’accusa come boss, gregari e taglieggiatori dei clan di Ficarazzi, Bagheria, Altavilla e Casteldaccia.

Il blitz che portò a 31 fermi e che ha dato vita al processo ebbe molto risalto proprio perchè ben 36 vittime del racket vinsero paure e resistenze e decisero di rivolgersi alle forze dell’ordine per denunciare le pressioni del pizzo.

Tra loro Toia, appunto, costruttore edile che, stritolato dalle richieste degli estorsori, scelse di rompere il muro del silenzio. Ma le persone che accusò sono innocenti e dunque adesso dovranno essere risarcite dai suoi figli