A conclusione di indagini sul mancato utilizzo del depuratore di Butera, militari della Guardia di finanza della compagnia di Gela hanno presentato un esposto alla Procura regionale della Corte dei Conti, per un danno stimato in oltre 8 milioni di euro.
Segnalati, per responsabilità erariale a partire dal 2006, Rup pro tempore, il progettista e direttore dei Lavori, i legali rappresentanti delle imprese riunitesi nell’Ati esecutrice dei lavori, il collaudatore tecnico-amministrativo dei lavori, il Responsabile del Settore Tecnico pro tempore del Comune di Butera, i sindaci pro tempore, i funzionari della Regione Siciliana pro tempore ed in particolare il Dirigente dell’Ispettorato Regionale Tecnico e i Dirigenti del Dipartimento Regionale dell’Acqua e dei Rifiuti.
I lavori, iniziati nel maggio 2007, dovevano essere conclusi entro 18 mesi. A causa di una lunga serie di motivazioni (tra cui diverse sospensioni, mancanza di autorizzazioni, impossibilità di accesso ai luoghi, perizie di variante ed altro ancora) si sono protratti fino al 19 agosto del 2013 e le opere collaudate, con esito positivo, il 10 giugno 2014, nonostante nell’ultima visita effettuata, il collaudatore avesse attestato il mancato collegamento alla rete elettrica.
Da quella data, trascorsi ormai quasi quattro anni, l’impianto di depurazione non è ancora funzionante e lo scarico delle acque reflue prodotte dall’agglomerato urbano del Comune di Butera che, seppur apparentemente provvisto di impianto di depurazione, avviene in un canalone che li convoglia direttamente verso il bacino del lago Comunelli le cui acque, oltre ad essere utilizzate ai fini irrigui dagli agricoltori della zona, sfociano nella zona di Marina di Butera.
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