Dopo i deputati regionali morosi è la volta dei sindaci e amministratori locali siciliani. Sono oltre centocinquanta quelli che rischiano di decadere, a norma di legge, dai loco incarichei a causa di contenziosi con il fisco. Fra i destinatari della lettera firmata dal presidnete di Riscossione Sicilia Antonio Fiumefreddo, rivela il quotidiano Repubblica, ci sono anche Leoluca Orlando ed Enzo Bianco, i primi cittadini di Palermo e Catania.
Il motivo di incompatibilità non è il semplice debito con il fisco ma l’avere intrapreso un contenzioso tributario. La ratio della legge è quella di evitare che gli eletti o i nominati entrino in conflitto di interesse visto che, in caso di tasse comunali, sarebbero allo stesso tempo creditori e debitori. Fiumefreddo dà trenta giorni di tempo agli amministratori per chiarire la loro posizione, ritirando eventualmente i ricorsi: trascorso questo periodo è prevista la segnalazione al ministero degli Interni e all’ assessorato regionale alle Autonomie locali per l’ avvio delle procedure di decadenza.
Le lettere, dunque, riporta Repubblica, sono state inviate a Bianco e Orlando (che ha un contenzioso da oltre 21 mila euro). ben quattro assessori del Comune di Palermo sono nell’elenco dei ‘cattivi’: Luciano Abbonato (13 mila euro), Andrea Cusumano (2.500 euro), Giovanna Marano e Francesco Raimondo (rispettivamente 500 e 300 euro). Diversi i consiglieri comunali di Sala delle Lapidi tra i morosi, a iniziare dal presidente Salvatore Orlando, in lite con il fisco per 13 mila euro e altri 17: Giovanni Geloso del Pd (144 mila euro), poi Rita Vinci del Mov 139 (132 mila euro), il collega dem Sandro Leonardi (73 mila euro), Girolamo Russo (gruppo misto, 68 mila euro), Giorgio Calì (Noi per Salvuni, 65 mila euro), Salvatore Calò (Mov 139) che pur avendo avviato una rateizzazione mantiene un contenzioso pari a 48 mila euro, Fausto Torta (Mov 139, 46 mila euro), Giorgio La Corte (Sicilia democratica, 24 mila euro), Gaspare Lo Nigro (Mov 139, 16 mila), Francesco Mazzola (Mov 139, 8 mila euro), Giuseppe Federico (Forza Italia, 6.600 euro), Alberto Mangano (Mov 139, 6.500 euro). Fra i morosi anche un consigliere che è pure deputato regionale, Roberto Clemente (Cantiere popolare, 2.900 euro). Gli altri inquilini di Sala delle Lapidi a rischio decadenza hanno contenziosi per cifre decisamente esigue: sono il vicepresidente del consiglio Salvatore Finazzo (Sicilia democratica), Paolo Caracausi (Italia dei Valori), Fabrizio Ferrara (Pd). In fondo all’ elenco il consigliere di Forza Italia Angelo Figuccia, che è in guerra con l’erario per la cifra di appena 182 euro: praticamente una multa. Ma se non la pagherà rischia di tornare a casa.
Non c’è solo Palermo nell’elenco ma anche tanti altri amministratori di Comuni siciliani. Il record spetta al vicesindaco di Caltanissetta Matteo Tricoli, che amministra la città nissena pur avendo un contenzioso con il fisco per quasi 200 mila euro. Una situazione che mette Tricoli in una posizione di risalto, fra gli eletti e i nominati finiti all’indice del capo di Riscossione Sicilia.
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