I giudici del Tar di Palermo hanno condannato l’assessorato regionale alla Salute a risarcire una dottoressa che, dopo essere risultata idonea a un concorso per biologi, non era stata assunta. La donna, nel lontano 1993, aveva partecipato a un concorso pubblico per titoli ed esami per la copertura di 9 posti di collaboratore biologo, bandito dalla ex Usl 58 di Palermo.

Alla luce della valutazione dei titoli e all’espletamento delle prove concorsuali, A.M.D., veniva collocata al 21° posto della graduatoria di merito degli idonei.

Con una nuova delibera l’ex Usl 58 utilizzava tele graduatoria, per assumere altri 13 collaboratori biologi, tra i quali rientrava anche la stessa dottoressa che avrebbe iniziato a lavorare nell’azienda ospedaliera Policlinico. L’ex Usl poi aveva revocato la nomina.

Dopo lungo contenzioso i giudici hanno annullato la revoca

Dopo un lungo contenzioso i giudici amministrativi hanno annullato la revoca e obbligava, amministrazioni sanitare, all’immissione in servizio anche della dottoressa esclusa. Il ricorso durato 10 anni ha creato un danno al medico privandolo delle retribuzioni. Così la biologa assistita dagli avvocati Girolamo Rubino e Giuseppe Impiduglia, ha presentato un nuovo ricorso. I giudici accogliendo le tesi dei legali hanno stabilito che esiste il danno patrimoniale subito dalla biologa.

La sentenza del Tar di Palermo

Il Tar di Palermo ha condannato l’assessorato della Salute al risarcimento quantificato nel 50% delle retribuzioni che avrebbe dovuto essere corrisposte alla ricorrente dal 27 gennaio 1999 fino al mese di novembre 2006, nonché, al pagamento delle spese di giudizio, liquidate in 2.000 euro, oltre oneri accessori.