L’incontro con i fedelissimi Musumeci lo avrebbe rinviato di qualche giorno. Resta comunque aperta la pista delle dimissioni del governatore, una mossa per mettere in difficoltà gli alleati di centrodestra non ancora venuti a patti tra loro. Resta inoltre aperta la questione Palermo dopo che Faraone ha annunciato il sostegno a Roberto Lagalla, un fatto che allontana la Meloni.

Obiettivo è spiazzare gli alleati

Obiettivo di Musumeci sarebbe quello di ritrovarsi in una posizione di vantaggio sull’opposizione e sui colleghi nel centrodestra. Ormai però quello che non fa dormire più sonni tranquilli al presidente della regione è Miccichè, che nell’ultima settimana ha assestato vari colpi a danno del governatore. Le dichiarazioni dal Vinitaly di Verona prima sul “gatto”, che avrebbe più chance di vincere rispetto a Musumeci e poi il sostegno della Lega a Francesco Cascio, che al contrario apre le porte alla candidatura di un leghista alla presidenza della Regione. Sul quale convergerebbero anche gli autonomisti di Lombardo, la nuova Dc di Cuffaro, i popolari di Saverio Romano.

Le ipotesi sulle votazioni

L’ipotesi era andare al voto il 12 giugno ma le dimissioni di Musumeci dovrebbero avvenire entro il 27 aprile. Un fatto poco probabile. L’altra data possibile delle dimissioni è quella dell’11 maggio, che darebbe la possibilità di approvare il bilancio. Le elezioni regionali così potrebbero essere organizzate per il 26 giugno. Altra opzione è mettere alla porta Lega e Forza Italia, o solo i fedeli di Miccichè, compreso l’assessore all’Agricoltura Toni Scilla.

La “grana” Palermo

A Palermo la questione è ancora aperta e Diventerà bellissima a questo punto non saprebbe che fare. Appare improbabile il sostegno a Roberto Lagalla (Udc). L’aver incassato il sostegno del renziano Davide Faraone sposta l’asse del centrista troppo verso sinistra per Meloni e Musumeci. “Al momento – dicono dal movimento del governatore – la candidatura di Carolina Varchi resta in campo”.

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