Si sentono “stressati, sofferenti, esauriti, stanchi, esausti, sfibrati”. Sono i dipendenti dell’area tecnica del Comune di Palermo che parlano anche di “sfruttamento lavorativo” e che scrivono al sindaco Lagalla per recriminare i propri diritti.

I dipendenti si sentono sfruttati

I dipendenti palermitani vogliono dire basta a quello che chiamano “sfruttamento lavorativo” e adesso chiedono al sindaco un incontro urgente e la priorità nell’affrontare questa condizione di disagio che si vive negli uffici.

Chi sono i lavoratori in protesta

I dipendenti che hanno avviato la mobilitazione sono gli impiegati a tempo ridotto, che lamentano condizioni di lavoro al limite del patologico. Parlano della “sindrome da burnout”, uno stato patologico legato allo stress lavoro-correlato, che porta il lavoratore all’esaurimento delle risorse psico-fisiche, alla manifestazione di sintomi psicologici negativi.

Poco tempo per le proprie mansioni

Tutto questo è legato a due fattori fra di loro strettamente legati: il poco tempo a disposizione per potere espletare le mansioni senza ansia, visto che questo tipo di dipendenti lavora dalle 20 alle 23 ore settimanali (il tempo pieno è a 36 ore) e il basso stipendio conseguente che li mette in una “condizione economica al limite della povertà”.

“In Sicilia troppi lavoratori di serie B”

“In Sicilia ai lavoratori regionali non vengono riconosciuti gli stessi diritti di quelli di cui godono i lavoratori pubblici di tutta Italia. Questa situazione è inaccettabile. Chiediamo che il prossimo governo regionale guidato da Renato Schifani si prenda subito carico della questione”. A dichiararlo sono i segretari regionali della Fp Cgil Gaetano Agliozzo, della Cisl Fp Paolo Montera, della UilFpl Salvatore Sampino e della Ugl Ernesto Lo Verso commentando l’impugnativa dell’articolo della legge sulle variazioni di bilancio con cui venivano stanziate una parte delle risorse necessarie per la revisione del sistema di classificazione, il cosiddetto ‘ordinamento professionale’ (equivalente allo 0,55% del costo del personale del 2018) e per l’incremento del salario accessorio (lo 0,22%).