Con l’assemblea pubblica in piazza Verdi si è aperto ufficialmente ieri il percorso verso il Palermo Pride 2016, che culmina il 18 giugno 2016 con il pomeriggio della parata.

Oltre 500 persone, chiamate a raccolta in soli due giorni, hanno dibattuto sugli ultimi avvenimenti in Senato in occasione della discussione sul ddl Cirinnà sulle unioni civili: “Una legge che non ci appartiene e che non abbiamo voluto noi, ma che va comunque difesa: In Senato in questi giorni stanno decidendo del nostro destino, delle nostre vite, dei nostri corpi – ha dichiarato Massimo Milani, coordinatore del Palermo Pride -. Noi siamo per la parificazione dei diritti per tutti, matrimonio e adozione per tutti. Ci sono persone che aspettano questa legge e, nonostante sia un ripiego, non possono aspettare oltre: i senatori hanno il dovere di approvarla”.

Il Palermo Pride 2016 ha una struttura differente da quella degli scorsi anni. Sono stati creati dei gruppi tecnici di lavoro che, riunendosi regolarmente, approfondiscono temi e argomenti e pianificano gli eventi che si snoderanno in diversi ambiti di interesse: salute e benessere, spazi pubblici, migrazioni, diritti civili, educazione all’affettività, giorno della parata.

Il tema specifico di questa edizione del Palermo Pride sono le migrazioni. Migrazione di persone, che cercano una vita migliore al riparo da guerre e povertà nonché la “migrazione” di persone in movimento tra differenti identità ed orientamenti sessuali. Tra i primi appuntamenti in programma è previsto un percorso di formazione e di incontri sui temi del Pride insieme all’Università degli Studi di Palermo.

È volontà del Palermo Pride avviare quest’anno, per la prima volta, un volto al coordinamento e alla contaminazione reciproca con le realtà associative, e non, che animano Palermo tra primavera e estate, con differenti punti di vista sui diritti umani: Sicilia Queer FilmFest (29 maggio-6 giugno), Festa Addiopizzo, Festival Sole Luna, Marina di libri (9-12 giugno), Mediterraneo antirazzista.

L’obiettivo è quello di creare una unica stagione di eventi, la “Primavera dei diritti”.

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