Se fossero soldi cash il “problema” dei disabili in Sicilia sarebbe più che risolto: invece, purtroppo, non è così. Nonostante i trionfalismi trasversali, a destra e a sinistra e pure al centro, di fondi veri ce ne sono ben pochi. Il dato che esce fuori dalla lunga maratona in commissione Bilancio dell’Ars, che in nottata ha approvato la manovra finanziaria e il collegato, sarebbe del tutto confortante, se reale: 611 milioni di euro quest’anno e 713 milioni a partire dall’anno prossimo. Tanto quanto basterebbe a risolvere definitivamente la “pratica” disabili costata il posto di assessore a Gianluca Miccichè, costretto a dimettersi dalla Famiglia, e portato alla ribalta dei social con migliaia di like il governatore Rosario Crocetta: mitico il faccia a faccia con tanto di dito puntato da Pif davanti ai disabili in carrozzella che occupavano Palazzo d’Orleans. Adesso rischiano di scivolare anche i deputati dell’Ars.
Di questi 600 milioni e passa gran parte sono solo sulla carta. Per raggiungere questa cifra, i deputati hanno raschiato alcuni capitoli del bilancio recuperando qualche milionata di euro (i numeri definitivi ancora non si conoscono), hanno aggiunto la quota di Iva (?) che la Regione incasserà dallo Stato alla luce del recente accordo (ma di carte ufficiali a Palazzo dei Normanni non se ne sono viste tanto che c’è una spesa congenata in bilancio di 162 mln) e soprattutto il budget che la Regione riuscirà a ottenere dalla cessione della sua quota, pari al 35% del fondo immobiliare Fiprs, al Fondo pensioni dei regionali, operazione prevista da una norma della manovra ma per la quale occorrerà del tempo, posto che l’aula l’approvi, prima che si concretizzi e anche su questo fronte non v’è certezza sui numeri. In più nel maxi-calderone ci sono anche le risorse del fondo per la non autosufficienza. Insomma, numeri ballerini. Tant’è che le associazioni dei disabili confermano la manifestazione di protesta indetta per il 12 aprile, sotto lo slogan “Siamo handicappati no cretini”.
“Gli annunci si moltiplicano, le promesse abbondano, la campagna elettorale incombe e noi siamo diventati la merce di scambio di giochi politici che non ci appartengono. Il nostro silenzio tuonerà più delle nostre urla”, dicono. E fanno appello ai cittadini a unirsi alla marcia che dalla Cattedrale di Palermo li porterà in Piazza Indipendenza, davanti alla presidenza della Regione.
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