Stop agli sfratti sino al 31 dicembre.
Il decreto Rilancio convertito in legge il 17 luglio, ha di fatto bloccato gli sfratti oltre il termine previsto nel Decreto Cura Italia che invece indicava come scadenza il 1°settembre.
Sia gli immobili ad uso abitativo che quelli ad uso commerciale, non potranno essere soggetti a rilascio sia per ragioni di morosità che per finita locazione.
Nessuna istanza o procedura è prevista per poter beneficiare della sospensione dello sfratto, poiché la proroga dei termini avviene in modo automatico ope legis.
Non sono quindi esclusi nuovi provvedimenti di convalida sfratto o rilascio immobile che il giudice può ordinare, ma di fatto la legge sospende l’esecutività dei provvedimenti giudiziali in corso, o prossimi, che però torneranno in vigore solo dal 1°gennaio 2021.
Sul punto Confedilizia, la confederazione italiana proprietà edilizia esprime parere discordanti: “L’estensione del blocco degli sfratti avrà effetti depressivi incalcolabili sul mercato immobiliare, anche perché impone ai proprietari -continua Confedilizia -che hanno dato in affitto gli immobili interessati, di farsi carico di situazioni di morosità o fine locazione, già determinate con sentenze precedenti, che nulla hanno a che fare con la pandemia e che non prevedono alcuna forma d’indennizzo per i proprietari”.
L’unione Inquilini segnala invece come sia urgente “porre rimedio al disagio abitativo dovuto all’aumento degli affitti, alla mancanza di contributi per gli stessi, all’assenza di regolamentazione del mercato delle locazioni e alla necessità di implementare l’offerta di alloggi popolari.
In questa cornice – sostiene il sindacato – ci può anche non essere la sospensione degli sfratti ma i guasti resteranno, a partire dalle situazioni di morosità”.
Durante il periodo della pandemia, da più parti sono pervenute al Governo, richieste di sospensione degli sfratti. Numerose le famiglie che non sono state più in grado di pagare l’affitto a causa della perdita del reddito mensile o del lavoro.
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