Non ci sono solo criteri non rispettati nella predisposizione dei progetti dei Consorzi di bonifica  della Sicilia a valere sul PNRR bocciati dal Ministero ma anche l’uso di tecnici esterni agli stessi consorzi non abilitati.

E’ un vero e proprio ‘disastro amministrativo’ quello che emerge dal documento di contestazione alla Sicilia che va venendo a galla dopo la reazione dell’assessore regionale all’agricoltura Toni Scilla che ha attaccato il Ministro Patuanelli per i 360 milioni persi dall’isola.

I tecnici esterni non abilitati

Tecnici esterni ai Consorzi di bonifica che hanno effettuato i controlli sulla qualità dei progetti senza avere i requisiti, ottenuti solo in data successiva agli accertamenti già svolti; progetti che ricadono in aree diverse della Sicilia ‘validati’ lo stesso giorno dal medesimo perito; carenza di documentazione a corredo delle domande di finanziamento. Sono solo alcune contestazioni, contenute in specifiche note, che il ministero per le Politiche agricole aveva già mosso tre mesi fa ad alcuni Consorzi di bonifica che aveva presentato i progetti a valere sul Pnrr, dando tempo dieci giorni per i correttivi.

Tutte le altre contestazioni

“Nessuno dei 31 progetti di investimento presentati dai Consorzi ed Enti siciliani ha intercettato tutti i criteri previsti per la selezione dei Progetti irrigui sul PNRR” ha poi scritto in una lunga nota il Ministero delle Politiche Agricole e Forestali in risposta a Scilla.

Schiaffo ‘tecnico’ dal Ministero alla Regione

La risposta non è politica nonostante l’attacco fosse di natura politica e chiedesse quali criteri fossero stati utilizzati, definendo la valutazione ‘sommaria”. Ma la replica è tecnica

23 criteri da rispettare

“I criteri di ammissibilità per ottenere il finanziamento con i fondi del Piano nazionale di ripresa e resilienza sono 23 e riguardano tra gli altri punti il livello di esecutività dell’opera, l’entità del risparmio idrico, la superficie oggetto di intervento, le tecnologie utilizzate e i benefici ambientali prodotti. Per essere ammessi, i progetti dovevano soddisfare tutti i 23 criteri previsti; di conseguenza, se anche un solo criterio non è stato soddisfatto, il progetto non può essere ammesso”.

Una piattaforma on line per la congruità dei progetti

“Alla definizione della lista dei progetti ammissibili si è giunti attraverso un processo selettivo portato a termine grazie ad un’apposita piattaforma informatica denominata “DANIA” gestita dal Mipaaf attraverso il CREA e che ha coinvolto gli Enti proponenti, le Autorità di Distretto, le Regioni e Province autonome” si legge ancora nella nota del Ministero.

“Nella banca dati “DANIA”, alla data di scadenza utile per la presentazione dei progetti su PNRR, erano presenti in totale 61 progetti di Enti irrigui della Regione Siciliana (un dato che risolve anche la contesa sul totale dei progetti ndr). Per 32 progetti è stata inserita come Fonte di finanziamento “Recovery Plan – Mipaaf”, per uno i termini di inserimento erano errati. Pertanto gli Enti della Regione Siciliana hanno presentato in totale 31 progetti su PNRR. I rimanenti progetti non sono stati candidati sul Recovery Plan”.

Valutazione su criteri precisi e uguali per tutti

“Tutti i progetti presentati dai Consorzi e gli Enti irrigui delle regioni sono stati valutati su criteri precisi, che sono stati approvati con due decreti ministeriali ( DM 30 giugno 2021 e DM 30 luglio 2021), portati per informativa alla Conferenza Stato Regioni, che ha riunito, in data 23 settembre 2021, l’apposito “Tavolo tecnico PNRR-Mipaaf”, che ha preso atto con soddisfazione del lavoro svolto”.

“I soggetti proponenti (Consorzi di Bonifica ed Enti Irrigui) infatti come previsto dalla procedura di selezione, hanno inserito i progetti di investimento nella piattaforma informatica e tutte le Regioni, compresa la Sicilia hanno avuto la facoltà di esprimere una propria valutazione in funzione delle priorità di investimento. Tutti passaggi su cui i Consorzi, gli Enti irrigui e la Regione Siciliana erano perfettamente a conoscenza”.

Progetti recuperabili a novembre

“In aggiunta al PNRR, – conclude la nota – il Ministero ha già concordato con le Regioni un’ulteriore processo selettivo che si concluderà nel mese di novembre 2021, grazie ai fondi nazionali messi a disposizione dalla legge di stabilità, ammontanti a 440 milioni di euro. In tale contesto, potranno trovare spazio ulteriori progettualità, a condizione vengano risolte le criticità che ne hanno impedito il finanziamento con il PNRR”.

La preoccupazione delle parti sociali

“I progetti bocciati da Roma sarebbero stati fondamentali per riammodernare il sistema irriguo dell’Isola. Adesso non ci interessa sapere di chi è la colpa della loro bocciatura, dobbiamo capire se è possibile recuperali utilizzando magari fondi alternativi. L’agricoltura siciliana ha bisogno di questi interventi”. Commenta Claudio Barone segretario generale della Uil Sicilia che poi aggiunge: “Bisogna sbracciarsi subito per limitare i danni. In ogni caso sarebbe opportuno verificare prima il materiale da inviare al governo nazionale. Non possiamo scoprire, sempre dopo, che sui nostri progetti ci sono osservazioni e critiche. Ma quello che più ci spaventa è la mancanza totale di dialogo con Roma, bisogna uscire da questo cortocircuito”.

E l’esecutivo della Filbi-Uila Sicilia si riunirà domani nella sala “Mico Geraci” della Uil di Catania, per discutere, fra l’altro proprio dell’allarme per la bocciatura in blocco di 31 progetti per il miglioramento delle infrastrutture irrigue che la Regione ha presentato al Ministero dell’Agricoltura nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Alla riunione, che prevede all’ordine del giorno anche la riforma dei Consorzi di bonifica e il caso-contenziosi in questi enti, parteciperanno il segretario nazionale della Filbi-Uila Gabriele De Gasperis e i segretari regionali di Uila e Filbi, Nino Marino ed Enzo Savarino.

Anche la Cgil si dice preoccupata “Un danno enorme per l’agricoltura siciliana , per i consorzi bonifica che già non navigano in buone acque e per i lavoratori del comparto ” dice Tonino Russo, segretario generale della Flai Cgil
Sicilia commenta la bocciatura dei progetti presentati dalla Regione per il rifacimento delle reti idriche con i fondi del Pnrr. “Vogliamo vederci chiaro- aggiunge Russo- le cause e le responsabilità di questo flop devono essere subito individuate, perché è chiaro che così non si può andare avanti”. Russo dice che “prendersela con Roma come sta
facendo l’assessore all’agricoltura è ridicolo, Il governo siciliano guardi piuttosto agli apparati della regione, di cui è responsabile, cerchi di capire cosa non ha funzionato. Anche perché se il buongiorno si vede dal mattino- conclude Russo- abbiano di che temere per il complesso dei finanziamenti possibili, che la Sicilia non si può permettere di perdere ma neanche di utilizzare sulla base di una progettazione inadeguata”.

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