Il disavanzo nei conti della Regione siciliana ammonta complessivamente a 2 miliardi e 143 milioni così come sancito con sentenza della Corte dei Conti (in sede di parifica di rendiconto generale). Questo ‘buco’ è frutto, in larga parte, delle scelte operate nel 2015 e nel 2016 dal precedente governo della Regione attraverso alcune concessioni e alcune rinunce fatte da Palermo nei confronti dello Stato Italiano.

E’ il risultato a cui è giunta la commissione di indagine sul disavanzo regionale istituita dal governo Musumeci e che oggi ha presentato all’assessore all’Economia e Vice Presidente Gaetano Armao l’esito del suo approfondimento tecnico che non fa che confermare quanto si dice fin da allora.

“Le discrasie sono maturate durante quegli anni per effetto dei complicati rapporti fra la Regione e lo stato proprio in quel periodo con la conseguenza che alcune scelte fatte, alcune concessioni e alcune rinunce hanno avuto degli effetti che oggi si ritrovano nei bilanci che adesso dobbiamo rimettere in equilibrio -dice l’Assessore Armao – quello che adesso dobbiamo fare è rimettere i conti in ordine perché solo così si recupera credibilità nei rapporti con lo stato Italiano”

Adesso i conti vanno, dunque, sistemati e questo crea non poche difficoltà. Per 1 miliardo e mezzo è già operativa la norma statale che spalma il disavanzo in 30 anni, una parte del rimanente disavanzo è stata coperta nel bilancio corrente. Restano 391 milioni per i quali bisogna trovare soluzioni. La Regione pensa di spalmarli in quattro anni ma si cerca un accordo con lo Stato per suddividerli in 10 esercizi annuali.

“Quello che è stato fatto dal governo Musumeci in questo anno e mezzo – continua Armao – è stato  proprio recuperare la credibilità della regione nel negoziato con Roma e la stipula di due accordi assolutamente soddisfacenti che sono stati chiusi con lo Stato fra dicembre dell’anno scorso e maggio di quest’anno sono la prova che il negoziato procede e che si concluderà nel mese di settembre di quest’anno con le nuove norme di attuazione in materia finanziaria per dare finalmente alla Sicilia le norme di attuazione degli articoli 36, 37 e 38 dello Statuto, norme che attendiamo da oltre 70 anni”.

La soluzione, dunque, si conoscerà a settembre ma da qui ad allora bisognerà affrontare i problemi di bilancio in arrivo a luglio e per quello sarà necessaria, probabilmente, una manovra correttiva comunque indipendente dal disavanzo anche se gli accantonamenti necessari a garantire i conti incidono, naturalmente, anche sulla capacità di spesa corrente dei singoli capitoli di bilancio e dunque sugli stanziamenti nei vari settori.

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